Taverna La Riggiola – Viviana Marrocoli disegna a mano libera i piatti della tradizione

Nel cuore di Chiaia, in vico Satriano, in una traversa di via Carlo Poerio, il ristorante La Riggiola vive della vulcanicità divampante di Viviana Marrocoli, assistita dal sous chef Marco Montella e, in sala, dalla sommelier Francesca Minopoli.

Valorizzazione della materia in tutte le sue componenti. Il pescato, l’orto, le erbe aromatiche, la stagionalità, questi i colori più usati nel suo disegno a mano libera.

Il patron Pietro Micillo, poi, amatore della cucina del Settecento, dalla sua azienda agricola cerca di riprendere vecchie coltivazioni come il fagiolo a formella, la cicerchia dei Campi Flegrei, la torzella.
La cucina è ricercata, fantasiosa, circolare, specchio riflesso di Viviana, partenopea in ogni gesto, in ogni dettaglio con la teatralità della Laurito e l’intelligenza emotiva di Wonder Woman. I suoi piatti parlano di Napoli ma con una visione diversa, personale, legata al ricordo, all’emozione, a un sentimento che cresce.

Pezzo forte? Indeciso tra il crudo di mare e le paste fresche. Degustazione tra Spizzichi e Bocconi, quattro passi con le due sorelle. Loro, tradizione e innovazione.

Ogni cosa è precisa, bella anche il cestino di pane, al lievito madre e cinque cereali, con grissini sugna pepe e mandorle, crackers integrali all’aglio, origano e burro di Normandia.

Un mare ‘’velato’’ è arte sanmartiniana. Un velo di freschezza di carpaccio di ricciola con limone d’Amalfi fermentato, melissa e olio alle erbe. Delicatesse.

Contrasti vivi. La ricciola diviene Pulled nel tacos di farina di Riso Venere ‘’Magisa’’. Anima croccante allungata dal cavolo cappuccio viola fermentato e abbracciata dallo yogurt di kefir all’aneto e zenzero. Crik crok.

Immersiva, corposa, ricca la Vellutata di zucca con porcini e la sua terra, pioppini e pleurotus fritti, caprino semi stagionato, pesto di pomodori secchi, mandorle, pistacchi e peperoncino candito. Autunno da bere.

Il Polpo croccante, una poesia scritta col pomodoro San Marzano Dop dell’Agro Sarnese Nocerino, olive itrane, frutto del cappero e spugna al prezzemolo.
La Lasagnetta di pasta fresca con torzella napoletana, ricotta di bufala e lime, fusion atavica.
Il Tortello alla parmigiana di melanzane con coulis di pomodoro datterino giallo e rosso, parmigiano pezzata rossa e basilico, una spremuta di napoletanità.

Tortello alla parmigiana

Dopo l’esaltazione della comfort zone si giunge alla sponda dell’avanguardia. Assaggi mistici, umami e coefficienti di mash up audaci. Così le Linguine di Gragnano con emulsione di riccio, ostrica Gillardeau cotta a bassa temperatura e polvere di caffè e il Filetto di pesce azzurro con friarielli alla napoletana, morbido di sedano rapa e semi di chia. Un’avventura con effetti reali.

Un atipico Dattero con morbido di erborinato di bufala, olio di pigna, timo e aceto di visciole come pre-dessert e mousse al torroncino e cioccolato bianco con caramello salato e tartelletta di pasta frolla, le ultime coccole della chef.

Una squadra magnifica, sorrisi e bontà che valgono il doppio.

Tecnica. Sapore. Estetica.
Tutto concentrato in una elegante sala da pranzo, alla maniera familiare delle case napoletane, contornata e impreziosita da mattonelle maiolicate.

La Riggiola, insomma, una gioia oltremisura.

Ristorante Taverna La Riggiola
Vico Satriano, 12
80121 Napoli

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