C’è pizza e pizza.
Ognuno di noi ha la propria che lo fa “arricreare”…io avevo voglia di quella verace!
E vi presento Ristorante Pizzeria Carmnella…
Napoli, zona Case Nove, a ridosso della stazione Garibaldi.
Lontano dagli occhi dei più, dalla Via Crucis turistica dei Tribunali, c’è questo tempietto. Ambiente da trattoria, tavoli in marmo. Forno praticamente all’ingresso dell’unica sala, per una pizza nata, infornata e cotta sotto i miei occhi. Alle pareti scatti del passato, dettagli delle pizze e il faccione di Vincenzo Esposito, colui che porta avanti la tradizione di famiglia: nel 1892 il primo locale della bisnonna Carmela; padre uomo fatto al Trianon e madre condottiera di trattoria.

Menù vastissimo e invitante, tradizione a piene mani ma con rivisitazione e materie prime di eccellenza: la marinara, la cosacca e la margherita in 8 versioni con 8 tipi di pomodori differenti. Assenti le pizze fritte.

Scelgo la Umberto: pomodorino del Piennolo, provola, pancetta paesana, pepe e formaggio. Tagliare la fetta, piegare il triangolo in due e portarlo alla bocca significa avvertire, in modo didascalico, la sofficità dell’impasto mantenendo le caratteristiche della pizza napoletana verace, lieve profumo di pane appena sfornato, il pizzicore del pepe sotto il naso, sapori autentici e genuini.
Quella che si mangia da Carmnella non è una pizza “che si porta“: topping generosi, impasto diretto, tradizionale ma lievitato con cura in modo da renderlo leggero e digeribile, cornicione basso, un diametro del disco importante (taglia L) senza diventare sottile al centro.
Le fritturine sono ottime, il servizio è gentile e puntuale, il conto (come la pizza) per niente salato. Io M’AGGIO ARRICREATO!