Napoli è uno spettacolo che non ha nessun termine di paragone.
Ti addentri nel ventre, ne respiri il profumo e ti ritrovi catapultato in un’atmosfera metafisica, dove incontri Totò, diventi protagonista di una commedia di Eduardo. Forse è davvero questo l’Oro di Napoli…
Quartieri Spagnoli, via Speranzella.

Un “vascio” (basso), un calderone di olio caldo e la signora Fernanda, 80enne arzilla e cordiale, che da cento anni, da madre in figlia, porta avanti la tradizione della pizza fritta.
Fa tutto da sola: dall’impasto, rigorosamente a mano senza l’aiuto di impastatrici, alla scelta della farcitura fino alla frittura.
Quando arrivi ti ospita in quel che è il suo tempio e parte l’incanto: gesti semplici e antichi, cadenzati con precisione, lenti come lo splendore di chi fa le cose per bene… ed ecco servito lo scrigno, bollente e succulente, di magia: ricotta, cicoli, provola, sugo di pomodoro e pepe.
Dimenticate le lievitazioni austere, le cotture controllate, ma disponete l’animo a un sapore autentico, casalingo, a mordere un pezzo di pasta cresciuta che sa di storia nostrana…
E per i vicini di casa più pigri sopravvive la bellezza della “calata del panaro” (cesto).
Un’esperienza a dir poco mistica, senza tempo, buona, emozionante senza mezzi termini…
e la signora Fernanda, una nonna da abbracciare, custodire, un po’ come i panda, una specie, ahimè!, in via di estinzione che andrebbe protetta!




