Pizzeria Ciro Pellone – Pizza Pop di sostanza

Contenuti palpabili e tanta voglia di raccontare, con discrezione e garbo.
Il famoso conflitto tra essere e apparire qui non conosce dimora… l’essenza innanzitutto!
Popolosità (mi avvalgo della licenza poetica) in barba alla popolarità
I fratelli Marco e Antonio Pellone, persone dal carattere autentico, sanno emozionarsi ed emozionare attraverso la loro filosofia di sostanza.
Due giovani “vecchi” (e sottolineo che si tratta di un complimento), con radici ben salde, testa sulle spalle e mai montata. Due giovani “giovanissimi” per creatività, buon gusto ed esigenza di dare una spolverata di innovazione alla loro tradizione.

Tradizione ereditata da papà Ciro, baffuto prezioso aiuto, simbolo e nome della pizzeria che alla Loggetta disegna pennellate dai toni arcobaleno.
Periferia di Napoli, un rione di frontiera tra Soccavo e Fuorigrotta, un agglomerato urbano protagonista di una terra di confine difficile, a un soffio dal rione Traiano, a un palmo dal Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo, all’ombra dello stadio San Paolo.
36 coperti immersi in una bomboniera semplice, pulita, ricca di dettagli e di caleidoscopici colori: tovagliette pastello, poggia posate, quadri di arte moderna alle pareti con un richiamo alla fondazione della pizzeria, menù che nei toni abbraccia le ceramiche vietresi Massimino, che ha personalizzato con astrattismi i piatti di portata. Degna di nota, inoltre, la presenza, su ciascun tavolo, di una bottiglia di olio evo taLù de I potti de fratini (adoro!).

Fritti pregevoli, buoni! E la frittatina vince su tutti
Per essere fedelissimo al tema, l’esordio è stato la seconda proposta del menù. La più antica rivisitazione della Margherita, la celeberrima Provola e Pepe, più Pop di così… Una declinazione molto più rustica e certamente meno equilibrata, ma che sa centrare la golosità con precisione millimetrica. La provola sostituisce il fiordilatte, mentre il pepe esplode in piccantezza che può essere moderata o estrema a seconda della quantità. Le sfumature sono tantissime:
dolcezza del pomodoro e della provola, che apporta ovviamente con sé anche note fumé e del salato;
acidità del pomodoro (San Marzano passato);
briosità e aromaticità della spezia.

Sfornare una pizza condita con pochi elementi e ben assemblati tra loro, è uno dei modi migliori per lasciare che a dominare la scena siano le caratteristiche e la bontà dell’impasto (diretto, 12 ore di maturazione e non idratato allo spasmo) e la bravura del pizzaiolo.
Si passa poi alla Margherita fatta con pomodoro dell’azienda Gustarosso e fiordilatte d’Agerola. Un gusto tradizionale propriamente detto, antico, Napoli risulta assolutamente presente.

La Don Antonio

La Marinara poi diventa consacrazione: al classico San Marzano dop Gustarosso e origano si aggiungono pomodori del piennolo Gioli rossi e gialli, olive nere e acciughe. La Don Antonio è un ossimoro indovinato di ricercatezza nella semplicità, una dedica importante per un nome importante…

La Pastore

Sulla scia del pomodorino giallo, la pizza Pastore con provola d’Agerola, salsiccia di maiale nero Irpino e provolone del Monaco mantiene alta l’asticella della buona combinazione tra gli ingredienti.
Infine, il cuore cede alla vista del mio pomodoro preferito, i pomodorini di collina “lampadina” Quisisana Dama. Embè, io quando vedo Dama vedo rosso (nel senso del toro logicamente) e non so resistere alla tentazione. E quindi, come dolce (si fa per dire), la Damatriciana con guanciale, pecorino romano, grana padano, peperoncino. Qui la delicatezza unica del pomodoro assume una nuova veste, decisa, forte anzi fortissima con toni che raggiungono l’essenza del tipico piatto romano.

Un cognome pesante che diventa leggerissimo nei piatti, un arcobaleno di quartiere e non solo nel senso metaforico, un’accoglienza squisita, pizze tutte cotte bene e di dimensioni gradevoli, il famoso rapporto qualità-prezzo ottimo… e poi un bellissimo affiatamento familiare, dove mamma e papà Ciro danno ancora una mano e zia Patrizia si occupa dei fritti.
Una realtà genuina nell’approccio, nell’espressione e nella realizzazione, e con “i baffi”.
Come dico sempre…

Voto dei commensali del #ColellaPizzaTour
Impasto: 7/10
Menù: 7.3/10
Autenticità: 7.5/10
Appagamento Sensoriale: 7.3/10

Totale: 29.1/40

Ciro Pellone Pizzeria
Via Mario Gigante, 94-96
80126 Napoli

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