Ma quanto esulta l’animo dinanzi alla consapevolezza del fatto che l’umanità, quella nitida e senza filtri, esiste ancora… una bellezza senza tempo, una predisposizione all’umiltà, all’accoglienza smisurata, un garbo e un’amabilità degne di ballata poetica!
Non sto perdendo il nocciolo della questione, ovviamente ritorno subito nella veste di cantastorie di pizze ma la premessa era fondamentale… un’esigenza forte, mia, dei commensali, che hanno vissuto quanto descritto a chiacchiere in una tappa del #colellapizzatour. Una serata romantica nei volti e nei sapori, ardente di esaltazione del sentimento e del “fare le cose per bene” in opposizione alla ragione esaltata.
I protagonisti, due ultimi galantuomini dei nostri giorni, Ugo e Stefano Cafasso, papà e figlio, il loro essere e le loro creazioni. L’esperienza da Pizzeria Cafasso andava introdotta per forza così…
Fuorigrotta, quartiere “al di fuori della grotta”, ovvero anticamente il collegamento tra Neapolis e l’antica Puteoli. La Cumana, l’edificio della Facoltà di ingegneria, una serie di case popolari, lo stadio San Paolo, un quartiere moderno, ambito quasi come il Vomero, pur non avendone la stessa verve.
È in questo palcoscenico che i profumi di una pizza autentica, napoletana fino al midollo, centenaria, fanno da voce narrante storica, di riferimento tra quelle della città.
Nata come Pizzeria “Capasso”, il locale cambia nome diventando “Cafasso”. Ma a cambiare nome non è solo la pizzeria, ma la famiglia stessa: tutto per un errore di un dipendente dell’anagrafe creando un curioso caso di fratelli e sorelle che portano il cognome Capasso e altri che portano quello Cafasso. Vedi i cugini della Pizzeria Capasso a Porta San Gennaro.
La timidezza di Ugo ha sciolto i cuori. Riservato ed ermetico, non ci tiene per niente ad esaltare la sua pizza con le parole. In prima linea condivide il banco con il figlio, Stefano, simpatico ed energico, colui che si occupa dell’impasto, preparato al mattino e utilizzato per le pizze sfornate a partire dal mattino successivo, per l’intera giornata, con un blend di quattro qualità diverse di farina 0 e 00, e un pizzico di lievito.
80 coperti, ambiente molto semplice e diviso in due salette, all’ingresso banco di lavoro e forno in vista, arredo in legno e mise en place spartana.

Popolare, qui la pizza Pop è sempreverde.
Come la frittura, rigorosamente preparata fresca ogni mattina, come ci tiene a sottolineare Ugo: crocchè, arancini, frittatine, scugnizzielli, calzonicni e pastellati. Bontà veraci, bontà senza fronzoli che arrivano dritte al cuore del palato. Detto tra noi, parallelamente alla pizzeria viaggia l’osteria con proposte classiche, come frittata di pasta, spaghetti alle vongole e baccalà fritto.
L’esperienza delle pizze è essenzialmente di gusto. La tradizione innanzitutto, Margherita, Marinara, Provola e pepe, Cosacca, ripieni. Punti di forza del locale che, racconta Ugo, più per spirito di cortesia che per scelta personale, viene incontro alle richieste dei clienti più giovani con qualche azzardo poco identitario tipo la Cacio e pepe con tarallo o la Mortadella e pistacchio.
La pizza dopo la cottura si presenta con un disco piccolo, un cornicione timidamente pronunciato, fragrante e morbida. Per chi ritiene lo sia troppo, con un sovrapprezzo del 50% viene servita una versione gigante che mette in pace la vista.

Margherita classica magistrale con fiordilatte, pomodoro San Marzano, olio e basilico. Gustosa la Cosacca tirata sottile ma risulta giustamente elastica, dove la salsa di pomodoro è buona e dolce e il pecorino perfettamente equilibrato.
Provola e pepe d’autore, carattere, identità, concretezza. Basta la parola.

Ma ho lasciato il cuore e il mio amore totale sul Ripieno classico con salame e ricotta proposto in una veste diversa, circolare… Una manifattura eccelsa, un sandwich di delicatezza dove il latticino abbraccia il salame rendendo avvolgente anche l’impasto che li contiene! Qui mi sono tolto il cappello…

Dopo certe serate, al bando gli schemi e viva la spontaneità.
Infiniti grazie a voi Ugo e Stefano, grazie per la capacità di preservare con maestria tutto il romanticismo della vostra essenza e della vostra proposta culinaria.
Voto dei commensali del #ColellaPizzaTour
Impasto: 8.5/10
Menù: 7.6/10
Autenticità: 8.5/10
Appagamento Sensoriale: 8.9/10
Totale: 33.5/40







