Profumo di fieno.
Enrosadira danzante a vista.
Un pastore, seduto, ammira il suo gregge e sapientemente mi insegna che il tempo è un’astrazione mentale.
Armocromia in ogni respiro.
Il preludio di Casa Lerario, situata a Melizzano nel cuore del Sannio beneventano, vive di quiete, tanto fantastico silenzio. Quattro passi tra ciottoli, pergolati, una grande brace a vista e si raggiunge questa farmhouse, detto tra noi agriturismo, dai toni un po’ shabby, un po’ country, elegante in stile provenzale.
Il camino scoppiettante, interni in arte povera, oggetti ornamentali, pavimento in cotto, fiori, candele, stoffe e tendaggi.
Conquistano i posti dove un cliente non è solo uno dei tanti, dove alla fine si fanno due parole e ci si conosce a vicenda. Ascoltare Pietro Lerario, patron, che racconta, con minuzia, la cucina ecologica incentrata su piatti della tradizione realizzati con ingredienti a chilometro zero, è stato davvero un plus.
E mentre qualcuno fa un cruciverba nel cielo, arrivano le creazioni dello chef Domenico Candela, stella Michelin del George restaurant del Grand Hotel Parker, ospite del secondo appuntamento del ciclo “Trionfo di stelle ai piedi del Taburno”. Il pranzo del sabato in famiglia con gli chef “stellati” con i vini dell’azienda casertana Villa Matilde Avallone.
Singolare la scelta di iniziare con cannellini e pasta, cotta nella loro acqua, con croccante di formaggio, morbido di marchigiana e riduzione di prezzemolo. Un appetizer dal sapore deciso, veritiero e senza mediazione.
Un magico brolo l’uovo mollet con lumache Helix Aspersa, duxelles di funghi, crema di nasturzio e bagna cauda leggera; un ritratto della location dipinto in un piatto che nella suggestiva spuma nasconde sensazioni floreali, boscose, dove il tuorlo liquido e denso diviene la pennellata finale dell’artista.
Da perdere la testa, i bottoni a strisce gialle e nere: ravioli di genovese di coniglio con crema di cipolla bruciata, yogurt greco e gel di menta. La sintesi perfetta della bravura dello chef, tecnica e maturità nella leggiadria della pasta, nell’equilibrio del ripieno, nella presenza della mentuccia. Mozartiano.
Sapori semplici ma per niente semplicistici nel ricordo d’infanzia di pollo ruspante ripieno di spinaci, olive, capperi e zest di limone con crema di peperone rosso.
La tarte tatin di mela annurca, gelato alla cannella delle antille, lagavulin 16 anni e crema acida di pecora l’ultima coccola di un pranzo, di un posto che riconcilia con il creato, con l’umanità e con se stesso.
E se “perdere il senso del tempo e sperare di non ritrovarlo” diventa necessità duratura, Casa Lerario mette a disposizione dei suoi ospiti confortevoli appartamenti, arredati con gusto e con tutti i comfort.
E il buon vecchio cuore sorride…









