Le idee non fanno paura a chi ne ha.
Lo sanno benissimo i fratelli Angelo e Crescenzo Rennella che, con il loro cugino Sandro Giglio, in quel di Grumo Nevano, hanno ideato e concepito Grumé la prima “bracepizzeria” del belpaese.
Un nome che echeggia di attaccamento a un territorio intriso di tradizione contadina e di ereditata passione per le carni.
Ciccia & Pizza, dalla brace al forno… non è uno slogan, ma la realtà!
Una commistione audace ma che vive di una tremenda (nel senso positivo) e singolare novità. Un posticino pensato, creato con giudizio, dove da ogni dettaglio traspare l’attenzione verso chi ne usufruirà. Inebriante, giovane e pop con “i posti di combattimento”, banco per ammaccare con forno e cucina con brace, straordinariamente a vista.
Carne di qualità indiscussa, che si avvale di allevamenti autoctoni e nazionali.
Pizza, che non sta un passo indietro e non accetta il ruolo della “Cenerentola” del locale: il pizzaiolo Ernesto Cibelli modella un impasto fragante, leggero, “new age” come lo definisco io, con farina brevettata, prefermento e lunga maturazione.
Con la collaborazione del consulente marketing Giuseppe Gargiulo, la carne, oltre a sposare la pizza, diviene protagonista di ogni proposta, dagli antipasti al dolce. Ed ecco che i fritti della tradizione assumano una nuova veste: magistrale il timballo di tagliolini alla bolognese con fiordilatte e parmigiano reggiano ma irresistibile il crocchè alla brace, dove la dolcezza della purea di patate carezzava la sapidità della pasta di salame, sulla melodia di vino bianco.
Il menù pizza è diviso per carni bianche, rosa e rosse, dal manzo al maiale, dal pollo al coniglio, fino ad arrivare al baccalà e al tonno; proposte anche tradizionali dove la qualità dei salumi non passa inosservata.
La Ragù – La nostra margherita, fatta con sugo di carne al ragù e mozzarella di Bufala, esalta la morbidezza dell’impasto e la qualità del topping, tutti realizzati, seguendo ricette dell’antica tradizione campana, da Crescenzo il socio capo brigata in cucina.

Ma cosa accade se si ordina la pizza Bulgogi?!
Un’idea brevettata, d’ispirazione coreana, che nel nome trova la soluzione dell’epiteto: in coreano bul significa “carne” e gogi significa “fuoco”, che nella prosa delinea una pizza condita con carne cotta a fuoco vivo.
Eh sì, a tavola arriva una pizza bianca accompagnata da straccetti di carne marinata (controfiletto di manzo o prosciutto di maiale) da cuocere direttamente al tavolo su una pietra ollare. Due punti degni di nota, il fascino di ritrovarsi protagonista e conciatore, scegliendo il grado desiderato di cottura della carne, e l’immutata qualità della pasta che, durante questo processo, incombe a un lapalissiano raffreddamento. Non sarà per niente solo fumo!
Anzi andrà in fumo lo scetticismo dopo aver assaggiato la Tortina magra al cioccolato, dove tra cioccolato fondente, pinoli e uva sultanina si nasconde un trito di filetto rosolato al burro. Diabolica e goduriosa.
Beh le idee salveranno il mondo…
Lo so, quella era la bellezza, Dostoevskij docet.
Vabbè, sinonimismi!







