“Ah questi giovani d’oggi: vogliono tutto e subito, per togliersi il fastidio di crescere…”
Ovviamente “Tutte fandonie!”, per citare Dickens.
Si proprio noi, i nati a fine anni 80, sotto le radiazioni di Černobyl’, cresciuti sotto il crollo della Prima Repubblica, delle Torri Gemelle, di Lehman Brothers. E ora nella fase “esponenziale” il cacchio di virus…
Si proprio noi, con la nostra infamante insinuazione di scarsa abitudine alle fatiche.
“Tutte fandonie!”

Salsiccia e Patate 
Margherita 
Porchetta e Cacio
Prendi Giuseppe Granata, per esempio, uno dei soci di Félla – Rosticceria Contemporanea.
Non è uno spot dell’8 per mille ma l’evidenza tangibile di un rimboccarsi le maniche, essere a passo con i tempi, adattarsi e reinventarsi…
La contemporaneità di Félla, posta in pompa magna nel logo, sta tutta lì.

E così in un periodo, causa pandemia, di assenza di banco e tranci banditi, le sue goduriose Fellas si abbracciano, si stringono e danno vita alla nuova Paletta. E il makeover contemporaneo è servito…
Un mash up tra la “fella” napoletana e la cottura in pala alla Romana, con il lievito madre artista di turno.
Alta e decisa, morbida e raffinata, “crunch” appena accennato con le farciture ponderate estremamente ben distribuite su ogni cm quadrato della “Paletta” ed equilibrate nell’accostamento degli ingredienti con i soliti diktat, in termini di stagionalità, km zero e soprattutto prodotti dell’azienda di famiglia.

E i grandi classici come Margherita e Marinara vanno a braccetto con le combinazioni più creative: Nerano, con fiordilatte e crema di zucchine, Bruschetta, con fiordilatte e pomodorini conditi, Salsiccia e Patate, Porchetta e Scarola, Cacio & Pepe, Parmigiana Rossa, Parmigiana Bianca, Mortadella e Patate, Cacio e Porchetta.
Risultato: una pizza, ex al taglio, lievitata lentamente, una alveolatura cesellata alla perfezione, e quella digeribilità rasserenante che ti fa esagerare con le porzioni.

Porchetta e Patate + Margherita 
Nerano + Salsiccia e Patate 
Porchetta e Scarola
Instancabile Peppe, tecnica e conoscenza dei lievitati, mani in pasta e studio perenne nella ricerca spasmodica della digeribilità massima come alto valore aggiunto.
Perché si fa presto a parlare di metodo indiretto, biga, prefermento, maturazione.
Perché, come asserisce Peppe, una pizza indigesta è una pizza fatta male.
Perché, come spesso dico, quando si rinuncia a una pizza si compie un reato di omissione.
Un po’ come quei sogni, a cui i giovani d’oggi non rinunciano!
Ad Maiora Good Féllas!