Bro Pizzeria – La capacità di lasciare un ricordo

Qual è il segreto del successo di una pizzeria?
No, non pensate alla farina, all’acqua.
Né al grado di idratazione o alle ore di lievitazione.
Il segreto vive nella capacità del ricordo, nella capacità di rendere l’attimo di quel primo assaggio un meraviglioso incantesimo dove palato, testa e cuore echeggiano all’unisono.
E il successo divampa quando un’idea, una creazione, una combinazione di concetti, una semplicissima fetta di pizza ti fa perdere il senso del tempo con la speranza di non ritrovarlo.
Call it magic, ma da Bro Pizzeria quell’istante resta indelebile!
Dati alla mano, la voce ormai sta diventando univoca e non solo tra gli incurabili carbodipendenti come me.
Non cerco di vendere poesia perché mi scapperebbe tra le dita.
Non credo che improvvisamente il buon Ciro Tutino si sia reinventato illusionista.
Non mi servo della “giustissima” retorica associata alla quinta generazione di una famiglia di pizzaioli: l’arte, ahimè, non è una questione di ereditarietà genetica.

Dati alla mano, e nient’altro…
Locale raffinato ed elegante, marmi, venuzze d’oro, velluti, foliage alle pareti.
Un’oasi di serendipity a piazza Mercato, nel ventre delle rivolte popolari di Napoli.
Ruota di carretta fatta a mestiere, che sbugiarda la gioventù dell’autore e che non tradisce partenope.
Buona perché popolare, nel senso culturale di identità, che diviene popolare, nel senso di benvoluto.
Fritti estrosi e creativi: pastelle capaci di velare mafalde al ragù con ricotta di bufala. L’idea della Domenica alle 3 andrebbe brevettata!
Il Fattore Umano. Vivo nella genuinità dei fratelli Tutino, nella professionalità di Antonio e di Arianna pronti a donarla nel loro servizio impeccabile.

Il Fattore Umano, un ingrediente quasi diventato irreperibile. Onnipresente e segno distintivo del menu. Margherita disegnata da quattro tipologie di sugo di pomodoro: sugo di scarpariello di pomodoro San Marzano, piennolo del Vesuvio marinato, crema di pomodorino di Corbara grigliato e datterini grigliati. Fiordilatte, evo e basilico a completare la più festosa rivisitazione, dove l’equilibrio prende in giro l’identità giocosa di ciascun elemento.
La Capricciosa, una Bella Addormentata che qui si risveglia con il bacio del carciofo violetto di Castellammare arrostito, del fiordilatte di Vico Equense, del prosciutto cotto di maiale pesante, dei funghi champignon, delle olive nere di Gaeta e diviene principessa.

La Marinara di papà si concede il lusso di abbandonare la sofficità dell’impasto a vantaggio di una crosticina piacevolmente croccante, dove le Gaeta e le alici di Cetara confezionano un’autenticità antica di una Napoli che se ne va…
Sorprendente la Maiale e Patate, un mix incredibile di morbidezza e sapore, dove la pancetta del Vallo di Diano si esprime in rima con le patate di Avezzano cotte a legna.

E poi la Zucca Lunga Napoletana, la tela più eccentrica ed elegante di Ciro: provola dintorno, colpi di salsiccia del Vallo di Diano piccante, pennellate di confettura di zucca, ritocchi di crema di Gorgonzola DOP. E la creatività diviene gioia tangibile e arte edibile.
Quell’arte capace di plasmare l’istante nel ricordo

Bro Ciro e Antonio Tutino Pizzeria
Piazza Mercato, 222b
80142 Napoli

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