Se piovessero dal cielo tutti i bao del mondo,
io raccoglierei soltanto i Taco Bao firmati Mirco Scognamiglio.

Chiudo gli occhi e assaggio. E ogni qualvolta si sentono le fate.
La scioglievolezza del bun dalla cottura al vapore.
La succulenza della pancia di maiale.
La “Scapecità” delle zucchine croccanti.
La delicatezza della salsa giapponese Teriyaki.
L’equivalente dell’espressione francese ‘coup de cœur’. Spinte e tenerezze!
Non c’è da stupirsi che un artista crei delle meraviglie di fronte a tanta bellezza delle materie prime. Infondo da 12 morsi la qualità non è un dettaglio da poco. Io lo trovo un bellissimo segno di amore.

Ah se le patatine fritte potessero parlare! Perfette. Di Avezzano servite con buccia e fonduta di formaggio (e ovviamente tante altre combinazioni). Come devono essere. E come sono. Squisite. Termine di paragone, non pervenuto.
Atmosfera, luce, relax e una serie infinita di esperienze sensoriali…
E subito il custode angelo, dalla spalla sinistra, sussurra: “Non rimandare a domani i panini che puoi assaggiare oggi!”
Ma poi ti accorgi che a volte le parole non bastano.
E allora servono le forme.
E i colori.
E i profumi.
E le note.
E i suoni.

Il Crunch è un’anafora insaziabile. Hamburger di Frisona, 200 g di opulenza di grassi buoni. Il Radicchio Rosso, brillantemente amaro. Il profumoso e avvolgente Pesto di Basilico Rossi. La sapida nota croccante del Guanciale di Mangalica. La cremosità sonora della Stracciata Pugliese. Quando si dice non accettare carne dagli sconosciuti ma solo dai professionisti… 12 equilibrati squilli sensuali e per fortuna non ci si abitua mai alla bellezza.
E subito il custode diavolo, dalla spalla destra, sussurra: “Viva la Ciccia & chi la stropiccia!”
Dalla cucina il famoso battito animale plasma una circa tre dita (quando le dimensioni contano).

Arriva in purezza, la bistecca di Frisona e quella strana somiglianza con la felicità.
Nice to MEAT you! Cotta fuori e rossa dentro, un po’ come me! Qualcuno dirà troppo al sangue ma chi lo appoggia è complice… Un’esplosione di tenerezza e succosità: una crema, così dolce che si potrebbe bere, con quel grassetto che si scioglie in bocca.
Cheesecake al pistacchio, che chiamo chiudere alla grande e quel solito colpo dritto alla gola.
E non nel senso di appetito, ma di emozione, di quelle che si piantano a metà strada e non vanno né in su, verso le lacrime e né in giù, verso il batticuore.
Un’emozione continua, potente e bellissima dove salutarsi è sempre la parte più difficile.
Cosa? Novità in arrivo??
Aspettatemi davanti al menù estivo…

