I Masanielli di Francesco Martucci – Il Marinetti degli impasti “absoulement moderne”

Arthur Rimbaud, poeta maledetto, nel 1873 scrisse: «Il faut être absoulement moderne».
Dobbiamo essere assolutamente moderni.
No, non voglio vestire i panni del pensatore brillante per esprimere degli stati d’animo abbastanza semplici.
Lungi da me infatuarmi del Dark registro, divagarmi nell’eterno conflitto tra tradizione e innovazione ed attraversare viali avvincenti ma arzigogolati che lasciano più vuoti che pieni.
Né rinnegherò, alla corte dei puristi, i proseliti di una predisposizione a una napoletanità verace.
Ma quanto è affascinante la spregiudicata modernità di Francesco Martucci!
Ogni volta un nuovo stupore, una nuova magia dal cappello, un nuovo concetto manifesto per ciò che sarà.
Francesco è un visionario che, grazie al suo essere, ne diviene il vero realista.
Il “Marinetti” degli impasti dimostra la sua perenne evoluzione sulla questione.
Sempre più delicato e fragrante. Nuove tecniche, nuovi accostamenti.
Proposto nella cottura anche a tre temperature: vapore 100° C, fritto 180° C, al forno 400° C. Scoppiante al mais. E poi una metafisica quanto d’avanguardia intuizione; coinvolgere il quinto senso, l’unico mancante, nell’assaggio mistico.

Edith Piaf

Dal menù emerge un grassetto che lascerebbe indifferenti solo dei pessimi osservatori:
Edith Piaf – “Per un’esperienza sensoriale unica attiva la canzone come sottofondo musicale”.
Come da un vecchio grammofono, fiati ed archi marcianti, una melodia particolarmente nostalgica ma fortemente vigorosa.
Non! Rien de rien…
Non! Je ne regrette rien!
Ni le bien qu’on m’a fait.
Ni le mal tout ça m’est bien égal!

Francesco consiglia e non rimpiange nulla, né il bene né il male ricevuto.
Impasto al mais, cipolla fermentata all’uva sultanina, alici di Trapani, stracciata affumicata e all’uscita foglie di menta. Due strati, base e topping, che si fondano nella stessa immagine di sapori e sensazioni, consistenze e tridimensionalità. La base dalla fitta nota saporita (dal ricordo di pop corn) risulta soffice al centro con il crunch che aumenta esponenzialmente verso il perimetro. E poi alla croccantezza balsamica e zuccherina della cipolla si aggiunge la sapidità delle alici, la cremosità dolce e fumé della stracciata e la freschezza della mentuccia.
Il modernismo è tutto nell’esperienza, anche l’udito è presente, l’idillio è raggiunto.
La mia immaginazione, mai timida, accompagna la degustazione rovistando fra centinaia di 45 giri…
E Francesco mi appare che concia e ammacca e lavora sui piatti, mixando sapientemente, come un dj del gusto, ingredienti e musica con l’uso della puntina e delle mani.
Input colto e per una esperienza penta sensoriale, ipnotica ed estremamente affascinante, abbinamento musicale con Martucci alla console

4 pomodori 3 consistenze

If you start me up…
If you start me up I’ll never stop!
You can start me up…
You can start me up I’ll never stop!

(Rolling Stones)
Base di fiordilatte, ciliegino semi-dried, datterino giallo, rosso confit e dopo cottura pomodoro lampadina secco PomoDama e primo sale di bufala. La 4 pomodori in 3 consistenze è letteralmente una droga, che accende e non ferma più, ardente nella bellezza dell’esaltazione del pomodoro.

Verde di Peperoncino

We’d ride out of this valley,
down to where the fields were green.
We’d go down to the river
and into the river we’d dive.
Oh down to the river we’d ride.

(Bruce Springsteen)
Si corre lungo il fiume con la Verde di Peperoncino, tra sentieri alterni croccanti e scioglievoli (data la triplice cottura) nella valle cremosa di friggitelli (peperoncini verdi) dolce, dall’atmosfera fresca e morbida di stracciata di Corato e dai pendii intensi e saporiti di salsiccia a punta di coltello cruda al finocchietto ed erba cipollina.

4 formaggi secondo Martucci

I never made promises lightly and there have been some that I’ve broken
But I swear in the days still left we’ll walk in fields of gold
We’ll walk in fields of gold

(Sting)
I colori dell’oro nella 4 formaggi secondo Martucci: fonduta di parmigiano Reggiano di Vacca Bianca modenese, provola affumicata, blue di bufala, chips di scorza di parmigiano. Un gioco di temperature e consistenze diverse, dal cremoso sino alla chips con la totale assenza della stucchevole sensazione di troppo grasso al palato.

And I think it’s gonna be a long long time
‘Till touch down brings me round again to find
I’m not the man they think I am at home
Oh no no no I’m a rocket man
Rocket man burning out his fuse up here alone

(Elton John)
E l’uomo razzo con la sua Futuro di Marinara pubblica il manifesto futurista in forma di declamatoria della sua visione di pizza, intriso di perseveranza nello studio, talento istintivo indiscusso, alchimia nei mash up.
Alla leggerezza croccante della mirabile tripla cottura si aggiunge crema di pomodoro arrosto, pesto di aglio orsino, capperi di Salina, olive di Caiazzo, alici di Trapani e origano di montagna. Un soffio, una marinara leggiadra, perfettamente dosata e strapiena di sfumature, un sapore indimenticabile, un’idea concisa di convinzioni e intenzioni che apre una nuova scuola di pensiero.

Annurca

Ask me, ask me, ask me
Ask me, ask me, ask me
Because if it’s not love
Then it’s the bomb, the bomb, the bomb, the bomb
The bomb, the bomb
The bomb that will bring us together

(The Smiths)
L’Annurca infine è una bomba esplosiva di gusto, di creatività, di insolite combinazioni che accarezzano tutta la sensibilità del palato, con le papille che saltano dall’acidità della purea di mela annurca alla dolcezza dell’infusione di vaniglia, dal grasso del guanciale croccante di suino grigio ardesia fino alla sapidità del conciato romano. Una pizza intuitivamente complessa ma perfettamente lineare nell’equilibrio.
Un sound indimenticabile, assaggi che tracciano una nuova era e la bellezza della musica che non cambia di livello con i dessert di Lilia Colonna, capace di proporre un’alta pasticceria all’interno di una pizzeria. Ma questo spartito merita un concerto a parte…
E i cinque sensi ancora danzano sulle note della consapevolezza che da I Masanielli il futuro è davvero qui davanti o, forse, già dietro le spalle.

I Masanielli di Francesco Martucci
Viale Giulio Douhet, 11
81100 Caserta

Lascia un commento