Di aria rionale, acquolina e carta pane che fanno innamorare.
Life is a combination of magic and…
Pizza Fritta!
Mi perdonerà il maestro Fellini per la rilettura del concetto ma tra creatori di sogni per uomini svegli il peccato è di minore angelicità.

Isabella De Cham, cognome francese, dna della Sanità.
La Loren Millennial…
Lunare, extraterrestre, che passeggia tra frontiere note e sconosciute.
E Maometto e la Montagna si incontrerebbero da lei.
Il mio guilty pleasure, la botta di vita che dimostra la natura circoscritta del tempo.
Come quando guardi un tramonto, una montagna di neve, un soffio di rugiada che ti prende alla sprovvista e forse è meglio così.
Una pizza fritta rara e di semplice eleganza.
Zero protocolli, zero segreti.
Lievitazione tra le 12 e le 24 ore e abbondante spregiudicata esperienza.
Provola, pomodoro, cicoli, ricotta, pepe, basilico.
Vitalità e amore, essenza profana e sacra doratura 24 K.
Un sapore che resta.
L’incontro con un gusto così eccentrico e deciso del ripieno, uniforme ad ogni morso, che contrasta con la timida leggerezza asciutta dell’involucro.
La centralità del grasso, del cremoso, dell’affumicato, della dolcezza e dello speziato che esplode e trasuda al palato.
Come ogni volta la poesia, a dispetto del tempo, permane:
“e la bocca mi baciò tutto tremante,
e la bellezza danzò insieme al piacere…”

