Quando per regalo scelgo di meritarmi delle illusioni, quattro passi a Via dei Tribunali non me li toglie nessuno… Ivi ci incontro una confusione di stelle, certe vite semplici che, detto tra noi, sono quelle più interessanti, e riesco a sentire tutti i colori del mondo.
Non è il solito egocentrismo partenopeo, né la mia parossistica sofferenza da “eccesso di poesia” ma adoro cercare i toni di voce a certe impressioni!
E a volte vorrei proprio dirglielo, alla frittatina che incontro, che è proprio bella e che se nel suo aspetto vedo della felicità o malinconia, un po’ la sento anche io…
Pop and soul, vintage and trendy, un continuo miscellaneous tra Verismo e Cubismo.
Ma soprattutto femmina ed eccentrica, generosa e suadente!
Regina della vetrina, regina dell’abbraccio, regina del “rigorosamente in piedi e con le mani”.
Viva all’anagrafe: la Frittatina di Di Matteo.
Nome e cognome della morte della filosofia del “meno è di più”, less is more scansati insomma!
Sfama due uomini di libertà abbondantemente, riconcilia col mondo un uomo d’amore.
Un condensato luculliano di essenza di napoletanità: besciamella, piselli e ragù di macinato, concentrazione avvolgente 10x .
Dai forti toni rosati, alta, spessa, pastellosamente croccante, specularmente scintillante.
Dipendenza nella dipendenza il bucatino sempre al dente e l’arte di tenere fede alle promesse.
Ed è subito nostalgia del momento in cui la mangi e tutto attorno a te sembra una sorpresa… il vero confort food di noi funamboli.
Ti adoro frittatina mia!
colellapizzatour 