Ne sono ghiotto ma non sono un esperto.
Ubi maior minor cessat.
Mi documento sì! Ricerca bibliografica, acquisto, assaggio. Se mi lascia il ricordo, approvo.
(Non posso utilizzare il termine emozione perché urta la sensibilità altrui!)
Ricordo.
Piccole nozioni basi le ho acquisite:
– le caverne o le voragini non sono segno di salute ma di errata pirlatura (arrotondare l’impasto facendolo girare tra le mani o sul piano di lavoro dandogli una forma sferica regolare);
– non deve profumare di pane;
– la classica non prevede uvetta;
– shelf life con una curva ben definita (15-20 giorni);
– giusto livello di umidità.
E poi la prima colomba della stagione non si scorda mai.
E per il secondo anno, è quella di Dolciarte firmata Carmen Vecchione.
Colomba ai tre cioccolati: tre scaglie di puro cioccolato (al latte, bianco e fondente) e glassa al cioccolato fondente.
All’apertura profusione di burro, vaniglia, cioccolato.
Estasi volante. Meccaniche divine insomma.
Texture molto figa. Bella e buona, gialla e ben cotta. In superficie le perle di cereali disegnano e scrocchiano.
Al palato vive di gioia, golosa ma delicatamente equilibrata. Soffice col tris perfettamente dosato e mai stucchevole.
Meridionale con una sua personalità italica e senza difetti. Almeno per me.
Confesso… ho fatto lo scostumato! Tris di fette, tris di cioccolato, tris di ricordi…
Benvenuta signora Pasqua!
colellapizzatour 