Inizia tutto così.
Bocca spalancata per morso generoso.
Arriva una consistenza tenera, leggermente elastica, e un sapore fresco e dolciastro. 170 g di mare.
Delicatesse spugnosa dalla pelle viola lucente. Avvolgente. Si prosegue così, con l’abbraccio appena acidulo. (Quanto è gustoso il latticino in riva al mare?!)
Poi il concentrato di ciccia, sapidità e affumicatura di Eccellenza. Lo zing, all’improvviso. Crik Crok. Crik Crok. Scricchiolio piacevole e continuo che si confonde con l’intensità amara e pungente del verde. La sauce homemade arricchisce, esalta e allunga. La tartaruga fragrante, né morbida né croccante né mollicosa, completa il fil rouge.

Per questa millefoglie ingegneristicamente stratificata e incastonata in un diamante di pane di semola pugliese hanno emozionato per voi:
gamberoni leggermente bolliti,
melanzana infornata,
fiordilatte,
pancetta Salumi Santoro,
chips di patate,
rucola fresca,
salsa artigianale con ketchup e maio della casa.

Pairing perfetto per romantici flâneur e adiofori gastrofreghisti.
Iconico. Magico. Mastodontico. Per bontà e dimensioni.
Figo. Anche il rapporto qualità/prezzo, dove il numeratore vince 10 a 1. L’equazione della bellezza, insomma, anche per chi odia la matematica.
Ma 11° comandamento:
“non giudicare, se non hai mai assaggiato, che sarai giudicato!“. Esiste un girone McInfernale per tutti i miscredenti.
Il panino col pesce può essere cibo, il panino di Pescaria è arte, è Divina Commedia, è dono dell’uomo per l’uomo…
Allora ripetiamo insieme,
Santa Pescaria,
pesca per noi…