Potrei infilarvi subito la solita manfrina “fra tradizione e innovazione”. Molto radical chic.
Risulterei patetico, lo so. Ma qui l’intervallo spazio-temporale non esiste. Qui si elimina la preposizione e si può assolutamente scegliere, o l’una o l’altra.
Pizza Social Lab, la pizzeria più liberale del sistema solare, attaccata al Palapartenope.
Due impasti per tre palati, per tre versioni.
Il format di social dining, nell’immensità degli 800 m² (locali della storica Brasserie), purtroppo in letargo per ovvi motivi pandemici, è alacremente esplosivo nelle sue facilities. E al banco ad ammaccare, conciare e infornare i soliti tre tenori:
Rosario Ferraro, scuola Antica Pizzeria da Michele, per la Tradizione, tangibile per impasto e topping;
Gennaro Melillo, scuola Giuseppe Vesi Pizza Gourmet, per la corrente Innovation, che vive di impasto new age ed educati abbinamenti modern style;
Antonio Mascia, icona e storico maestro pizzaiolo della Brasserie, che si diverte a riproporre i piatti della tradizione.
Delle buone mani, buone materie e un solo cuore. Ecco il segreto.
What else?
Beh gustare la frittatina all’aglio e olio. Una prima volta. Idea intrigante e riprodotta a dovere. Tutti i sapori di un grande classico racchiusi in una leggiadra pastella ricoperta da una riduzione di fondo di cottura e pecorino. Umami.

Datemi subito la Margherita e nessuno si farà male!
Troppo come “quella là” del Santuario, a ruota di carro, verace, fine di pasta. Per fare una citazione, la 1e1/2 Mozzarella. Mistica, da effetto wow.

Ruspante la Patata e Salsiccia, con provola d’Agerola, patate di Avezzano al forno a cubetti, salsiccia di maialino nero Casertano, Parmigiano Reggiano, olio evo, basilico a pioggia; ghiotta e caciarona che contrasta l’eleganza dell’impasto di Gennaro, soffice e preciso, con la struttura che parla da sé.

La Norma 
Montanara classica
Sullo stesso pomodorini di Corbara, provola d’Agerola, melanzane, cacioricotta cilentana a scaglie, Parmigiano Reggiano, olio evo, basilico per la Norma di Antonio; fresca, saporita, super equilibrata. Approved!
Qualche difettuccio di asciugatura per la Montanara fritta e al forno al ragù napoletano ma indiscutibile la qualità degli ingredienti.
Poi ho assaggiato un cactus. Ah e anche un pomodoro…
C’è chi porta il cabaret di pasticcini e chi dessert 3D. Fine pasto molto molto fighi, a firma di MonoArt Dolci. Amo i dolci-dolci e questi sono proprio dei dolci-dolci.

Cactus 
Pomodoro
Interni non paparazzati. Meritano la scoperta live. Il Cactus celava una stratificazione di mascarpone, lampone & cioccolato fondente. Il Pomodoro un sistema concentrico di yogurt greco, ciliegia, nocciola & spezie varie (cannella, tanta cannella).
Gioco di consistenze millimetriche e cremosità confortanti come un abbraccio, acidità e dolcezze come i tasti neri di un piano. Mi viene da dire più buoni che belli. Pop-up di gusto!
Mettici i cocktail preparati dal barman Carlo Migliarotti che propone per ogni pizza il drink più adatto da gustare.
E nada, my choices are better than yours…
Lunga vita ai vostri forni!

