C’è del panino nel pesce di Pescaria.
Un nucleo esplosivo.
Un’eclissi di mare.
Una parola romantica.
Polpetta.
Si polpetta, come quella della nonna.
Fritta quindi. Ma di pesce. Di gambero per essere precisi. Spessa e croccante.

Polpetta, voglio ribadirlo. Che bella parola.
Immersa tra due salse. Maio al basilico e salsa cocktail. Amarcord di freschezza e cremosità.
Pancetta, salume propriamente detto. No bacon, no croccante. Pancetta nuda e cruda, grasso e sapore.
Cipollissimaaaaa in agrodolce, delicatezza, spinta acida e crok.
Pomodoro all’insalata e stracciatella, l’overdose di fresh e gusto.
Un Mare magnum di bontà, un Decamerone per il palato. Massima soddisfazione. Tanto amore, tanto tanto amooooore.
Dna di costa. Fratellanza di intenti. Io sarò petulante ma da Pescaria ne ricerco il sapore ossessivamente. Non è solo una questione di pranzo instagram friendly.

E mannaggia alle insalate da capogiro e alle succulenti cozze fritte. Ti seducono più dei panini.
E niente, da quando è a Napoli almeno una volta al mese.
Me l’ha detto il dottore…