Napoletanesimo in quel di Sant’Arpino.
Ne sono profondamente affetto.
Tocchi di Veracità e forme di Autenticismo.
Zero poesia o filosofia, ho solo assaggiato la pizza di Tarumbò.
Si si, il nome è facile canticchiarlo e induce la ripetizione.
Tutto normale, c’è addirittura del Danielismo ma niente Appucundria.
Provincia di Caserta ma l’isolato di fronte è già Napoli.
Terra di confine, insomma.
All’interno del complesso Cinema-Teatro Lendi: parcheggio infinito e altrettanti coperti sia all’interno che all’esterno (con gazebo). Poi uno sfacciato capoverso fa bella mostra sotto l’insegna: Very Normal Pizza.
Qui il dibattito potrebbe essere ampio, con una soluzione da integrale curvilineo. Difficile esprimere razionalmente una definizione di “pizza normale”; beh faccio scorta di sospensivi…

Porto con me il quesito nella sala interna dove troneggiano forno e bancone: alle pareti gigantografie di Eduardo, della Loren e locandine di pellicole famose in un vintage mood ninety.
Ad ammaccare e conciare Raffaele Mancino, pizzaiolo da una vita, che, dal 2008, insieme a Francesco Scarano, titolare, sono anima e corpo di ciascuna idea, messaggio, pietanza.
Francesco non ha peli sulla lingua, né sul suo concetto di pizza.
Semplicità, essenzialità, territorialità e qualità di pochi ingredienti e un impasto che parli preciso il dialetto napoletano. Niente orpelli o ghirigori ma solo il tentativo di proporre bellezza senza effetti speciali.
I sapori sono presto detti.
Tra tovaglie di plastica doppia, mise en place essential, tovaglietta di carta che fa da menù dove spicca una precisa selezione di birre Forst, su letto di rucola ecco i crocchè che sanno di buono. Grandi, non unti, con una sottile crosticina che racchiude una cremosità inaudita e una genuinità materna. Avvolgente wow!

Crocchè 
Margherita
La Margherita, poi, è bella. Ma bella assai! Accademica, precisa, cotta a puntino ed equilibrata.
La pasta, metodo diretto, 24 ore massime di lievitazione e media idratazione, è co-protagonista col pomodoro e fiordilatte. Strutturata da 081, né fine né alta, saporita che si dona alla causa e fa da ponte tra palato e memoria atavica; eh si!, io dico proustiana. Amarcord a pieni voti!

Pizza Fritta 
La Pizza Fritta arriva uniformemente dorata e a forma di battilocchio. Caciarona e luculliana, dalla frittura pulita, completa e sporca di pomodoro, un po’ povera nei bordi croccanti ma priva di pesantezza nel durante e postuma. Una fritta che non tradisce nella sua semplicità.
Tarumbò tarumbò,
I get only a smell to know…
“Very normal” I don’t know,
ma di sicuro “very good”…


