Di fronte a una scacchiera di raffiuoli nessun napoletano verace rimane neghittoso.
Ipersalivazione genetica.
Un sandwich di pan di Spana, ripieno di ricotta, cioccolato e canditi, inondato di glassa reale, decorato con un cilindro di pasta di mandorle.
Un gioiellino di bellezza questo raviolo partenopeo, che ai più è familiare come cassatina napoletana.
Così proud dei mignon di Celestina, sartoriali & super chic nella glassatura matta.
Favorisco una diapositiva.
Tasting guantiera.
Verticale di gusto. Fritto misto.
Tre stili: classico, neoclassico, barocco e il sound è sicuramente più divertente.
Ricotta e cioccolato, glassatura dark e oroverde style.
Zigzagato senza tempo e contemporaneo, contemporaneamente.
Leggeri e intensi, compatti, corali, nessun puzzle destrutturato al morso, con la farcitura che stimola il palato ma non lo annienta. No fiori ma opere di (pistacchio dosato) bene… e se non ti lecchi le dita godi solo a metà!
Vivere un dolce artigianale adattato al nostro tempo, proporre un prodotto della tradizione con creatività e coraggio. La pasticceria di Nancy Sannino mi piace perché dietro alle creazioni ammalianti, buone ed esteticamente instagrammabili nasconde ricerca maniacale della materia prima, studio, fatica e riferimenti culturali che vanno ben oltre il semplice “aggiungi wow che fa fico”. E poi è giovanissima e ambiziosa, what else?! Bet on you!
Per completezza Montblanc e Sachertorte, re e regina da checkmate, ma questa è tutt’altra storia…
colellapizzatour 