Noi altri napoletani quando vogliamo esaltare la bellezza, portare all’eccesso il significato di un’espressione, amplificare per rafforzarne il senso, mettiamo una bella K in prima linea.
Sisi, noi l’iperbole la facciamo con la K…
Come quando nel piatto arriva fumante una pizza napoletana fino al midollo…
Eh bè, KPizz!
Come quando stappi una bottiglia di birra partenopea artigianale, semplice, diretta, ruffiana…
Marò, KBirr!
L’incontro delle due, poi, si traduce univocamente in KSerat!



Storia, degustazione e abbinamenti.
Pizzaria La Notizia with KBirr.
Enzo Coccia with Fabio Ditto.
E la necessaria guida spirituale (di certi incontri mistici) di Tommaso Luongo, sommelier della birra.
Un’immersione totale nel made in Naples, un profumo di sentimento e la stechiometria tangibile degli intenti di sapore.
Enzo disegna disciplinari. Istrionico mattatore, compassa il suo impasto in un disco sottile con cornicione appena pronunciato e cottura omogenea; al morso tenace, saporito, parte integrante degli ingredienti, leggero e digeribile.
La linea KBirr di Fabio sposa ogni singola pizza.
La classe non è acqua… l’equilibrio raggiunge continui livelli di perfezione. Non c’è mai un predominio tra i due consorti al palato, ma tanto umami e armonia.
Equilibri, belli e sublimi equilibri.


Così la Margherita, con San Marzano, fiordilatte e parmigiano abbraccia la Natavot, una Lager non filtrata e non pastorizzata. Beverina, fresca, dissetante, impeccabile con Margot, che si presta ad essere ribevuta. Natavot insomma, San Gennaro, in etichetta, ci perdonerà!
La versione Red, dai toni speziati e fruttati, edulcora la vanità della mia eletta: scarola, acciughe, mozzarella di bufala campana Dop, ‘nduja di Spilinga. ‘O ffuoco a mare, un tramonto di gusto, sintesi di quel bello che t’arrevota o’ core. Affascinante.


Nessuna Jattura (sfortuna) per il tono su tono, Procidana vs Scotch Ale. Affumicato solido e liquido: scamorzetta di bufala, pomodorini alla brace, aglio, origano e prezzemolo nel piatto, dolcezza e corposità affumicata nel bicchiere. Fil rouge continuo, niente scaramanzia e il cornetto sull’etichetta muto.
La Cuore di Napoli, una American Pale Ale dai freschi profumi e dalle note agrumate, batte troppo più forte rispetto all’ultima proposta dal pensiero timido. L’esplosione fragrante vince sul finale fatto di mozzarella di bufala campana Dop, pomodori datterini, zucchine e bottarga.


Ma va bene così, no, quale Paliata!?
O forse sì… col dolce al caffè realizzato dal bar pasticceria Delisa di Soccavo. Avvolgente, piacione, accomodante con questa Imperial Stout dall’elevata gradazione alcolica che scuote, con grazia e intensità, chi la degusta. Malti tostati che donano sentori di caffè, nocciola e cioccolato amaro.
Per la dolcezza i sorrisi di Laura Gambacorta, moderatrice dell’evento, e le perle di storia di Lejla Mancusi Sorrentino, attenta studiosa della tradizione gastronomica.
KPizz, KBirr, KSerat!