Di certe sere mi piace la luce che resta negli angoli degli occhi.
Suggestioni, luci soffuse, oro, legno e pietra, divani e cuscini, vetrate e terrazze, pareti fiorite e tetti piumati. Panorama a tutto tondo, l’altra faccia di Napoli, musica in sottofondo e quel raffinato che ti mette subito a tuo agio.
Riserva RoofTop, sulla collina di Posillipo, il ristorante del duo Roberto Bianco – Salvatore Maresca sfoggia fin da subito la sua atmosfera elegante and oh-so-chic.
Il benvenuto è innovative e dolcissimo, proprio come piace a me! In carta 12 drink, uno per ogni segno dello zodiaco, cuciti a pennello per ogni sfumatura d’anima, cocktail bar all’altezza della prospettiva. Momenti di alta qualità.
Poi arrivano i piatti ed è una full immersion nei sapori e nei profumi.
Cucina della tradizione partenopea, brace sempre accesa e nuovo menù, disegnato dal resident chef Salvatore Incoronato con la consulenza di Roberto Lepre, che fa tappa in numerose regioni del Bel Paese.
“Giro gastronomico d’Italia” insomma, senza inciampare nelle parole, vivo della suadente affezione tra stagionalità e creatività.
Marzo fa rima con Trentino Alto Adige.
Gli entrée sanno di neo-classicismo: carciofo alla brace con zuppa di spumante e gattò di patate al sifone con salame essiccato e pane croccante. Delicati e intriganti entrambi nelle texture e nella giusta dose di divertissement. Arte moderna.
Il Trentino si presenta nelle sembianze dei Canederli, belli nell’atipica forma cubica, buoni nel brodo di funghi d’altura, crauti e formaggio brie. Simpatici, equilibrati dalla consistenza giocosa, che mettono a tacere palati meridionali, ornati di freschezza, aromaticità e umami. Indovinati.
Fuochi d’artificio per la base di zuppa forte e perle di aceto balsamico e pioggia di riso acquerello al Carmasciano. Piatto disarmante, completo: piccante, dolce, sapido, profumato. Un’overdose d’amore. Riso pazzesco che edulcora i bollenti spiriti del soffritto napoletano pennellato di vanità. Innamorato.
La carne, poi, ammalia e non si dimentica: l’entrecote di vacca galiziana, sapore ricco, profumo intenso, spessa corteccia di grasso giallo, tenerissima e saporita; scioglievole nella fibra e succulenta nel gusto, la costata Danese distinta da un colore rosso intenso. Cotture precise, povere purtroppo solo di un prolungamento dell’osservanza del rest. Ma ragazzi, che ciccia!
Un tour superbo, grande cura, gentilezza, attenzione, anche al momento del dessert, croccante di cioccolato gianduia con cremoso di pistacchio e lamponi in più consistenze, dove l’alta qualità del servizio e della cucina restano la prima cosa.
Respiro. Luce.
E una ghiotta scorta di felicità.
Alla prossima regione…
colellapizzatour 