Sono un ragazzo semplice,
sogno la zeppola di San Giuseppe fritta in olio animale.
In certi termini fa tanto gastro fighettissimo.
In effetti, il sogno ingordo, senza “sensi di colpa” di lucro, sarebbe la atavica frittura nella sugna… (la ‘nzogna uagliù!)
E da Celestina i dolcisogni diventano dolcirealtà: si ritorna all’antico con l’insospettabile leggerezza dello strutto. Per niente cattivo, in barba ai dettami delle diete di almeno un cinquantennio: temperature stabili, alto punto di fumo e bassi livelli di grassi saturi e polinsaturi.
Nancy Sannino, profondo senso estetico, passione per il bello, pallino per la pasticceria francese e le zeppole che parlano napoletano.

Una delicatesse di scioglievolezza, taglia M/L, pasta choux tridimensionale, un vortice perfetto di morbidezza. Cottura magistrale, frittura completamente assente, doratissima. Crema pasticcera, inside & outside, bella, gialla seria, come da tradizione. Puntinata (fantastico indice di qualità che denota l’utilizzo di vaniglia naturale), generosa, avvolgente che lascia il palato sublimamente lucido da far venire voglia di mangiarne subito un’altra. Amarene intere in superficie che donano note acide.
Una nuvola fritta:
eh sì, l’aria fritta, se fritta bene, è dolcissima…