Carmnella – Pupatelle di Margherita

“Le mie pupatelle…”

Le chiama così Vincenzo Esposito, con occhi pieni d’amore, le sue creature, i suoi panetti.

Carmnella

Come le sue pizze, del resto, pupatelle a tutti gli effetti, capaci di “far cessare il pianto e riacquisire la tranquillità” come il ciucciotto di un bambino. Pizza terapia per flâneur reietti a modernismi.

Storia di un amore comune.
Giudizi universali.
Ho patito l’atrocità delle margherite scorrette.
Margherita, , proprio quella.
L’elogio alla semplicità complessa.
Modalità attiva per fermare il tempo, come in un film di Tornatore. Inquadrature simmetriche.

Margherita

Non basta un buon pomodoro, del buon fiordilatte…
La struttura deve essere co-protagonista. Parte del tutto!
Carta di identità: farina 00, 60% di idratazione, 24 h tra maturazione e lievitazione.
Sapore e sostanza, al morso tenacità controllata, cottura da cineteca.
Mise en place: mani e veridicità e gioia mista.

Continuare a costruire con i colori della meraviglia.

Bucce di Margherita

Upgrade quanto basta. Minimo ma efficace per una trama simile dai toni più fitti.
Bucce di Margherita, come la parte esterna di un frutto, sempre ricca.
In cottura salsa di pomodoro del Piennolo e fiordilatte d’Agerola; all’uscita olio evo, basilico e pecorino romano grattugiato. Bocconcino di bufala al centro, scenografico, cadeau privo di funzione alcuna. Il resto un’estrazione aromatica a corrente di vapore: a caldo l’effluvio è disarmante. Gusto dolce e intenso, con un retrogusto acidulo che detona in gradienti di sapidità. Realismo sentimentale.

Il principio è la fine e la fine è il principio.
Quel che resta altro non è che uno strascico di pupatella
Negli occhi, nella bocca, nei ricordi.

Carmnella
Via Marino Cristoforo, 22
80142 Napoli

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