Pasqua alle porte…
E niente, equazione semplice.
Egidio ha preso il tegame
e l’ha infilato in due fette di pane…
Diretto, preciso, con quel tocco di alchemico della traslazione di forme e colori.
Lo so, sono un eretico… Tegame?!
IDK!
C’è del Ruotismo, qui…
‘O ruoto ô furno, people!
Internazionale, ancestrale, papale papale.
L’Eau de Parfum de Pâques, j’adore!
La portata tipica del pranzo nostrano pasquale che solo al pensiero la fragranza ti sussurra…

Il sacro graal partenopeo, me blasfemo!, muta dal ferro o rame al carboidrato. Morbido e non briochoso, soffice e non destrutturato, col ripieno persistente dall’inizio alla fine.
Brividi anche solo a raccontarlo, Easter Eggi.
L’agnello lascia il posto alla bramata porchetta artigianale, sapida, succosa, intrisa di sapori con la cotenna dalla consistenza croccante. Patate fresche fritte, condizione necessaria e sufficiente. Pomodorini semidry, non solo moda, ma polposità concentrata di acidità e freschezza. Piselli, dolcezza e rusticità, in due stati fisici. In crema, attrito umami e saporito, che allunga il morso. In purezza al forno, sfiziosismi ludici per il palato. Maionese al pepe, la cremosità spicy che spinge, dona zing e avvolge la leggiadria dei caratteri.
Un concerto pasquale, una melodia di toni familiari, una costanza di enfasi pregevole. Un panino liquido, per la bellezza del suo scorrere piacevolmente veloce. Una festa!
Sperando che dopo Pasqua è festa ancora…
Lascialo a menu, Egì!