Seu Pizza Illuminati – A Trastevere, l’illuminismo dell’arte bianca

Roma.
Trastevere.
Ho visto la luce.

No, non ho perso i lumi della ragione ma la capitale meraviglia!
Ho visto un mondo nuovo. Mondopizza, ovviamente, con una vera funzione rischiaratrice… Basi solide e idee stratosferiche. Fighe, quelle che sgorgano da menti illuminate.

Seu Pizza Illuminati.
Filosofo fondatore love generation Pier Daniele Seu. Faccia pulita da bravo ragazzo, occhi da furbastro, cognome sardo e loquacità tutta romana.
Le sue creazioni? Estetismo quasi religioso su impasti che si incontrano a metà strada tra Napoli e Caserta. Adoro certe inclusioni.

In Seu we trust

Qui non si viene a fare l’esperienza…”- mi dice – “…si viene a stare bene!
Beh, attrazioni per il palato a bizzeffe, emancipate e moderne. Super fine “pizzing” pronto a far tendenza.
Come il locale di via Bargoni, sapientemente trendy, dai toni antracite e pastello, marmi e baroccheggi da freschezza dinamica, con il neon fucsia attraente “in pizza we trust“.
Date un premio ai ragazzi che lo popolano! Macchina perfetta. Danzatori impeccabili nella fucina creativa e nel valzer delle portate e delle alzatine su cui sono offerte ai tavoli. Attenti, competenti e mai asfissianti sotto la regia frizzante di Valeria Zuppardo, moglie di Pier.

Degustazione bella, lunga, coinvolgente, più di due ore di cena e non mi sono mai annoiato. Pier non fa nulla “come una volta” fino in fondo e innova menù dopo menù.

Fried for future! Non per essere blasfemo ma qui il fritto è roba seria.
Orizzontale, nell’ordine: Crocchetta Polpo & Patate, Supplì Contrariato, Supplì classico e Mac & Cheese. Che botta di vita! Coordinata costante di croccantezza sublime e asciugatura perfetta e coordinata esponenziale di sapore. Il polpo è delicatissimo, sa di mare; il Contrariato è sinfonia armoniosa col risotto alla mozzarella che implode nel cuore di San Marzano; il Classico è godurioso, umido e morbido, filante da prova telefono, di forte impatto per la ricchezza del pomodoro buono e la sapidità sconfinata bene; i cavatappi, poi, immersi nel cheddar la perdizione totale. Il New Deal del fritto.

I padellini, qui sono i Wheely, avanguardia totale. Base da manuale, croccantina outside e soffice inside. Topping mai visti, mai ascoltati, mai provati. Colorati, vivi, pazzerelli, che parlano, anzi friccicano.

Padellino

Pizza Spritz, sisi proprio lui, l’aperitivo nella totale pienezza di gusto: crema di patate al limone, patate arrosto, crema di olive verdi, polvere di olive nere, crumble di noccioline, gel di spritz e, udite udite, frizzy pazzy. Una figata pazzesca! Per la Mirepoix, invece, è passato Claude Monet. Bella, anzi bellissima. Crema di carota, carota arrosto, qel di cipolla, sedano ghiacciato e sfilacciato, sedano, carota e cipolla essiccati. Fresca, dolce, esaltazione dei vegetali poveri. Quando la felicità non dipende dal superfluo e il sound è sicuramente più divertente. Rivoluzioni!

Assaggi da fremito…
Impasto delle pizze (propriamente dette) illuminato anch’esso. Manifesto del Contemporaneanesimo. Leggero e saporito, diretto, esente da lievitazioni spinte, tenace e fondente, idratato e idratante, profumato e cotto da mani sapienti. Protagonista sempre.

Per tutte le proposte, un unico filo conduttore: prendere a schiaffi i sensi.
Assoluto di Pomodoro, e la mia idiosincrasia esplode per l’assenza del fiordilatte. San Marzano, pacchetelle pomodoro giallo, pomodoro confit, crema di pomodori secchi, grankase, basilico viola. Me tapino! Religioso silenzio… Dolcezza, acidità, freschezza, zing, umami e sapidità del formaggio delle Alpi Bavarese (piacevole incontro). Variazioni e consistenze. Ode alla autoconsapevolezza.

Pier adora le verdure e sicuramente anche Valeria a Positano: cime di rapa, papaccelle in agrodolce, fiordilatte, crema di olive verdi, polvere di olive nere, ricotta salata, zeste di limone. Bilanciamenti da reazioni redox. Le cime delicatamente amare si fanno quasi crema in contrasto con l’audacia croccante delle papaccelle che allunga. Snodo finale dolce, saporito e fresco. Linguaggio univoco, stesso spartito con note diverse.

Roma si fa pizza nella Vignarola. Primizie di primavera: vellutata di piselli, guanciale, crema di fave, carciofo alla brace, cipolla croccante, menta, baby lattuga, pecorino romano, zeste di limone. Luculliana, lunga lunghissima di topping. Monocratismo di sali e scendi. Perfetta da degustazione. L’unica più arrogante per l’attrito della cremosità, con l’impasto prontamente versatile ad aiutare.

Poi Allert Spoiler, per la stagione ventura. Non ancora a menù la Super Provola & Pepe. Adoro le anteprime! Ma che Dio lo perdoni… formattare i grandi classici. Pier vince nuovamente con coraggiosa eleganza. Ombra di pacchetelle pomodoro giallo, San Marzano arrosto spezzettato, basilico, provola e pepe in cottura; all’uscita grattugiata di ricotta affumicata, basilico greco e viola. Colpo di fulmine. La complessità della semplicità, con Napoli tradizionalista che, sì diciamolo, si emoziona.

E non smette, perché le coup de théâtre è la pasta che si adorna di una leggera caramellatura croccante. Pizze dessert, Ricotta & Visciole e Assoluto di Cioccolato. La prima è il ricordo che resta indelebile con ricotta mantecata al limone, gel di amarene, amarene, crumble di mandorle, timo limonato. La seconda è la pace del mondo, la gioia condivisa fatta di mousse di cioccolato bianco, gel di cioccolato fondente al peperoncino, lime, crema al cioccolato gianduia, crumble di cioccolato salato, sale maldon. Vie di fuga per entrare nell’iperrealtà.

Ricotta & Visciole e Assoluto di Cioccolato

Una vera culla dell’estetica illuminista dell’arte bianca.
Folgorato bene. Entropia & Overthinking.
Ma con i tuoi pensieri in tasca e le tue creazioni nella testa.
Pellegrinaggi sicuri da capitale (della pizza) a Capitale.
Perché “in Seu we trust”.

Seu Pizza Illuminati
Via Angelo Bargoni, 10 – 18
00153 Roma

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