Ci sono posti che senti davvero autentici nel grande teatro di posa del pizza trend.
Baby, it’s Bro Pizzeria!
La sintesi del mio concetto di benessere della pizzosità mentale.
Non complesso, non spigoloso, non inganna con stereotipi da cartolina, con promesse da museo.
Identità precisa. Manifattura lirica. Operazione Mamma d’o Carmene!
Lo si esclama alla vista, al profumo, all’assaggio. E non c’entra nulla la vicinanza col vicino Santuario.
Perché in quel parallelepipedo raffinato alto due piani lo stupore sta in una ciotola tra gli ingredienti.
Circonferenza scostumata che bacia i bordi del piatto, “fine di pasta” e maculatamente perfetta.
Per il topping due parole: Fattore Umano. Mamma d’o Carmene! Sense of touch. Una invisibile carezza. La margherita elegante e amorevole, con le sfumature di oro rosso. Come un notturno napoletano… e mo la sapidità dello scarpariello di San Marzano, e mo l’acidità del piennolo del Vesuvio marinato nei colori agrumati (delizia indovinata), e mo l’affumicato dolciastro della crema di corbarino grigliato e datterini grigliati. Vigore di gusto. Lei che riflette la luce che non vedi. Succo di napoletanità.
L’evoluzione del topping sulla tela sempre antica ritrova la stessa esclamazione. Sovraespressione. Qui diventa nome. Mamma d’o Carmene: pancia di maiale cotta a bassa temperatura, broccoli, provola, nocciole e fichi caramellati. La carne affascina. Una bella dose di umami adornata tutt’intorno di freschezza e dolcezza. Mentalità e maturità di destrezza.
Sono suoni che non siamo più abituati ad ascoltare, eh?
Solo ciò che riguarda il cuore, di ogni resto non so ricordare.
Per me sarà sempre uno dei luoghi più bello da raccontare.
Perché tra noi ci sarà sempre una ruota di carro…
colellapizzatour 