“È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti…” – afferma Otello nella tragedia di Shakespeare.
Parallelismo necessario e sufficiente per una metafora letteraria. Remix mentale. Proprio nella mia testa.
Perché per un moro di Venezia, c’è un pizzaiolo di Caserta. Tutta colpa della sua idea di pizza, quando se ne approfondisce il sapore, fa impazzire tutti.
Otello Schiavon, pizza maker at Pizzeria Fofó. Ne parlano un gran bene tutti, e fanno bene! Giovanissimo, faccia pulita e un sorriso timidissimo stampato. Nessuna minestra riscaldata, o storia da librocuore.
Otello sa conquistare tagliando i fronzoli, incollando dosi massicce di semplicità di intenti, ammaccando e conciando il desio di fare le cose per bene. Le sue creazioni vivono di gioia pura per il palato. Impasto otelliano, proprio a metà strada tra una napoletana poco tenace e una casertana dal cornicione esuberante con quella lieve punta di crunch.
Tre indizi fanno una prova.
La Margherita è Old School. Essenziale, fisica, umana. Lineare nell’equilibrio di quella fusione nucleare, che dal trittico standard passa al polittico: pomodoro San Marzano, fiordilatte, parmigiano in cottura, olio evo. Il formaggio si sente, gioca, spinge nella dolcezza eterea. Una margherita che sblocca i recettori.

Il ripieno è 0823. La scarola è a crudo e scrocchia tra provola, acciughe di Cetara, capperi, olive nere di Gaeta e pinoli. Ricca, luculliana, delicata e audace allo stesso tempo, priva di gradienti sterili ai vertici. Cottura precisa come nel primo caso. Asticella alta per assuefazione da ingredienti qualitativamente egregi. Esempio di ricordo che rimane.


La Gocce di Memoria è la scelta più estroversa. Mash up moderno ma non troppo: mozzarella di bufala, funghi champignon, nduja, fonduta di gorgonzola. Peccato per quella zona d’ombra (piccola bruciacchiatura in un lato, ahimè!) che ha bruciato la lode. Topping in equilibrio dinamico con la sofficità dell’impasto: i funghi croccano e donano sapidità, la nduja accende in maestosa piccantezza e la fonduta spegne e arrotonda in aromaticità e dolcezza. Dosaggio perfetto, mano fine. Dettagli da piccoli attimi di felicità.

Bravo Otello, la tua è una semplicità lunare per niente convenzionale.