Raffaele Boccia è un ragazzo buono come il pane.
Sì, proprio come quello fai lui.
Varcata la porta di Nanninella Pizzeria in quel di Poggiomarino (Na), il dettaglio che non inganna un osservatore attento. Una cesta strabordante di pane cafone misura extralarge.

Profumo di famiglia, profumo di casa.
“Nanninella è il nome di mia nonna…” e l’entrée di benvenuto vive di quel focolare domestico fatto di riti ancestrali. Una fettona di pane, di cui sopra, sporca d’aglio, pomodoro e olio buono. Cose di cui esco pazzo!
Un tuffo di genuinità pura, nei piatti e nell’onestà intellettuale di Raffaele. Trentenne, già papà, amante della cucina, del mare e di ciò che contiene. Pizzaiolo, cuoco e imprenditore.
Tecnica e conoscenza, audacia e sregolatezza. Nelle sue creazioni, s’intende; infinite, ti ci perdi, tra topping della tradizione e foodporn. Fuochi d’artificio, insomma, ossimoro di una pacatezza caratteriale inaudita.
Identikit: impasto contemporaneo, 48 ore di lievitazione e maturazione e forno a gas.
Ruota di carro, sì, ma scenografica. Outside e non inside. Due dita di raggio fuori dal piatto. Non è “quella là”, sia chiaro, qualche angolo va smussato, ma ingredienti superbi, sia per la Margherita che per la Marinara, antica con i bianchetti. Incontri romantici.


Poi il giuoco, la goliardia, Raffaele l’illusionista: Ecce graffa! Dopo sole due proposte il dolce è prematuro. Ciambella salata con crema cacio e pepe. Soffice e dorata, più buona che simpatica. Un soffio fritto dalla superficie salata.


In loco il famoso trittico delle cotture si palesa. Realizzazione magistrale, crunch & dry. Base ammaliante per la Cenerentola delle pizze vestita per l’occasione con l’abito della festa: acqua di provola e funghi champignon in cottura; all’uscita prosciutto cotto al ginepro, polvere di olive, concentrato di pomodoro arrosto, carciofini sott’olio. La Capricciosa a modo mio svela la passione per l’equilibrio, la ricerca del prodotto di nicchia e la matura consapevolezza. Idilliaca.


La Estate a modio mio stupisce. Interessante melting point per un’idea di base rigenerata: base di rucola selvatica, pomodori rossi e gialli arrosto e grana in cottura; in uscita crudo, bufala, tanto basilico, evo e origano. L’impasto si esprime al meglio, in un gioco senza frontiere con ciò che contiene. Amaro, dolce, poi salato, poi ancora amaro, dolce e acido. Applausi sinceri.


Infine, due creazioni di mare, sicuramente d’amare. Spoiler da menù estivo.
E mo la capasanta scottata sguazza tra fiordilatte e provola, carpaccio di peperone, briciole di guanciale e pasta kataifi.
E mo il baccalà gioca tra pomodoro arrosto, pomodoro di Sorrento a crudo, provola, pepe e zest di limone. Sempre vivi tutti i toni al palato, con l’elemento croccante persistente, lo zing che si fa strada tra l’armonia e un impasto scioglievole, iper versatile e mai timido. Capasanta batte baccalà for me!


Un ragazzo mai domo di crescere, mai sazio di comprendere, pervaso da passione, competenza e voglia di stupire. Testa sulle spalle e orecchie accese.
Sì, voglio essere retorico, viva i Raffele Boccia del mondo pizza!