Non è un mistero che ami il vino, quello autentico, fatto con cuore e passione, che racconta con sincerità un terroir e ne trasmette la forza.
Ancora più bello quando ci sono i piatti precisi per ogni calice, che li prendono sottobraccio, intimamente, e li accompagnano in modo armonico, sottolineando e delineando aromaticità e incontri.
Aggiungici la magia di una scenografia perfetta e la coreografia diviene sublime.
Sì, perché è un po’ come assistere a una favola.
Rewind.
Capri. Marina Piccola.
Gennaro Amitrano Ristorante. Lo chef originario di Massa Lubrense ma caprese d’adozione, allievo di Vissani e Ducasse, dalla proposta gastronomica autentica e precisa.
Casale del Giglio, azienda vinicola che affonda le sue radici agli inizi del secolo scorso, nella solida cultura enoica di Amatrice dove, da qualche anno, 57 diversi vitigni sperimentali, sia italici che internazionali, dimorano per un’avventura scientifica sagace e complessa.
Così, all’ombra dei faraglioni, l’Agro Pontino abbraccia la Campania di-vinamente, in modo divino e/o col vino insomma. Le eccellenze da calice dell’azienda diventano protagoniste insieme alle creazioni del resident chef e dello chef Oreste Romagnolo dell’Oresteria di Ponza.


Incontri, belli e vibranti. Come quell’antico all’insegna della Biancolella, viti per cui l’azienda ha concepito uno specifico progetto di ricerca sull’isola di Ponza.


Aperitivo vista mare. Finger e tagliolini cacio e pepe si intrecciano con le sensazioni di frutta assai pronunciate e la dolcezza aromatica del Viognier 2021.


In sala, una freschissima pseudo terrazza coperta aperta su entrambi i lati lunghi e arredata con dettagli che disegnano una atmosfera intima, masterclass ornata dai toni della baia a cura delle magistrali parole di Tommaso Luongo.


Due le etichette, per ciascuna due annate diverse. Degustazione verticale.
Anthium Bellone 2021 e 2020. Vitigno di origini antichissime, citato da Plinio come “uva pantastica”. Solare con sentori di frutta esotica contrapposti a una consistente acidità. Ampio, ricco e persistente con una pronunciata sapidità e mineralità.
Per proseguire con Radix Bellone 2017 e 2016. Mi sono innamorato. Colore quasi dorato. In bocca è pieno, centrale e persistente, grazie alla buona sapidità e pronunciata mineralità; si avvertono sentori mentolati e resinosi. Un vino complesso ma tremendamente di ottima beva. Tanti appunti da coltivare nella memoria.
I piatti arrivano con eleganza e sorriso. Sorridono sì, belli e ammalianti. Il trito di dentice, con finto gelato di patate, sfere di pomodoro al peperoncino e foglia di ostrica, a cura di chef Oreste, è un inno alla gioia per l’estate. Segni particolari: freschezza, delicatezza e consistenze e il gioco della foglia che resetta il palato. E il Faro della Guardia Biancolella di Ponza 2021 di certo non sta a guardare.


Il talento di Gennaro lo si assaggia decisamente nel riso carnaroli, vongole veraci, cappuccino e prezzemolo. Un risotto magistrale, con una determinata chiave di lettura, reso unico dal connubio tra i molluschi e i sentori di caffè, fusione nucleare tra differenti umami. Un encomio alla tecnica, un piatto che con una minima spinta acida può assumere i toni dell’indimenticabile. Eleganza che accoglie la stessa del Satrico 2021 dal gusto secco, minerale e sapido.
Chef Oreste si diverte (e fa divertire) ancora col filetto di spigola con impanatura di gamberi su crema di piselli. Combinazione precisa di tenerezza inside e croccantezza piccante della crosta outside equilibrata dalla cremosità dolce verde. Radix 2017 ensemble, gioioso io!


Con la torta caprese, crema all’arancia e salsa di caramello al whisky, Gennaro dimostra la sua voglia di stupire anche nella semplicità, senza la smania di voler spingere sull’acceleratore. All’assaggio tutto è al suo posto, idilliaco finale. Col cortese saluto di Casale del Giglio con la sua “uva sciroppata”, Aphrodisium 2021, un nettare dolce, avvolgente e lungo il finale.
Quando le eccellenze si incontrano il finale è sempre da favola.
…tutti felici e contenti.