C’è del Porzismo qui…
Folla, gente, qualsiasi sia il giorno della settimana…
File, file interminabili.
Tanti sorrisi, scatti, slogan ripetuti come litanie… in ogni momento, in ogni video rubato e non.
Tra i vari rumori (di fondo), che piacciano o meno, varcando la soglia della Pizzeria Porzio due sono i profumi forti, costanti, vividi che avvampano… i duplici protagonisti che si alterano di continuo, tik tok tik tok, come il suono cadenzato dell’orologio.
Umanità e pizzosità genuinissime!
La semplicità da capogiro, insomma. Quella che ti conquista in quel vortice di ripetuti “Assafà… che cosa bella!”
Errico Porzio, con due R.
Celebrità, Web Star, imprenditore ma soprattutto bravo pizzaiolo. Perché lo show (intuito e perspicacia) “s’adda sapé fà” per esplodere di consensi… ma anche la pizza! Verace, protagonista, prima donna sicuramente. Idratazione al 72%, mix di farine 00, 0 e 1.
Impasto sottile ma non troppo…
Partenopeo ma non troppo…
Con cornicione presente ma non troppo…
Fantasia infinita, menù infinito!
Topping allegri, mai esasperati, dove il concetto di ingredienti-su-pasta resta il mantra speciale.
Cercare un percorso è possibile. Start con frittatina classica. Sincera senza dubbio.


Le basi sono tutto.
Cosacca. Pomodoro buono e cacio ricotta del Cilento a profusione. Profumosa, limpida, sincera, fondente. Gioia per tutti i sensi. Conquistato subito.

La Partenope gioca con pomodori e consistenze. Accattivato dagli ingredienti: passata di datterino giallo della Piana del Sele, fiordilatte; all’uscita crema di pomodoro del piennolo vesuviano scottato, parmigiano verde aromatizzato al basilico. Più buona che bella (pensa te!). Dolcezza sibillina, cremosità spinta, contrasto di temperature, picco di acidità e zig zag di croccante freschezza. Una pizza perfetta. Innamorato.


Impasto integrale, nessun integralismo ma con Pepperoncino mood. Peperoncini fritti, fiordilatte e macinato di Scottona; all’uscita burrata pugliese e parmigiano croccante. Rustica e ruspante, con la ciccia che titilla, i latticini che oscillano e i pepper iper fritti che donano ardore. Base persistente, intensa, che sa di grano e di bosco. Promossa.


Per la rubrica “le pizze dèmodè”, che noi gastrofighetti, ahimè, scartiamo spesso.
Lezione di vita. Realizzazione magistrale, picchi di bellezza. Freschezza, crunch, sapidità. Trittico immane. Ripieno Primavera, circolare per l’occasione. In cottura un sandwich con il solo fiordilatte e parmigiano in superficie. All’uscita conciatura con prosciutto crudo di Parma, pomodorini datterini siciliani, rucola selvatica. Epifania.


“Errì, fa tu!”. Ed ecco l’estro del pizzaiolo in cinque mosse: fritta-al forno-crema di parmigiana-bufala a crudo-basilico. Asciutta, ricca, saporita col dualismo caldo/freddo che ripristina e apparecchia per il morso successivo. Mangerina.

Sapori e colori che dichiarano il vero significato del made in Naples con tutte le cotture precise e realmente “mai aggressive”.
Caro Errico,
inventi una pizza
che preservi la tua bella umanità?
Sfida possibile!