Batti in aria le mani e poi falle vibrar…
Sì, da La Bolla a Caserta è tutta una festa.
No nell’ambiente, per carità. Zero caos. La location vive di quiete, relax, ampi spazi, distanziamento tra i tavoli, carta di identità dello stile di questo luogo magico.
Il party è tutto nelle combinazioni, negli intrecci di gusto, negli impasti vibranti, nella precisione del savoir faire collaudato di Simone De Gregorio. Pizzaiolo giovane ma stagionato bene. Audacia sfacciata da maturità giovanile.
Un menu intriso di idee vincenti senza svolazzi e racconti, immediato, di impatto. Con quel dogma elettrico imprescindibile. RULE: my oven is better than yours. Escopazzo!
Intanto, prendi l’alzatina, Simone!
Degustazione.
Variazione di impasti. Si alternano tempi allegro, andante, vivace e grazioso.


Entrée, a mo di tapas. Finocchio essiccato, salmone, erba cipollina, frutti di bosco. Giocosa nel topping che irradia in freschezza continua e prolungata, tra note acide e croccanti. La base ai sette cereali, eau de grano: aromatica, rustica con crosta croccante e mollica morbida al punto giusto. Warm up allegrissimo!
Sofficità andante per il padellino al vapore che accoglie l’impavida combinazione. Ossimori d’autore: carpaccio di marchigiana, senape emulsionata, pomodoro bruciato, lattenobile prima mungitura, nocciole infornate. Consistenze che vibrano tra umami, acidità e dolcezza. Palato sovrassaturo di bellezza. Andante espressivo!


Assaggiare oltre. Oltre la felicità. Oltre la Marinara. La lettura esige l’abbandono di preconcetti e sovrastrutture. Il tris di cotture vapore-fritto-forno adibito al nuovo food trend marinaresco. L’abbrustolito della salsa di pomodoro arrosto, la delicatezza odorosa dell’orsino e dell’origano di collina, la dolcezza e l’acidità dei pomodorini gialli e rossi, l’umami delle acciughe. Un crunch brillante, una leggerezza eterea. Vivacità vivace!

Walking to the moon… c’è la Margherita! Essential. Con tutti i crismi. Premio alla cottura. La grazia da sguardo perso.

Aria di Montagna, quando il prosciutto trova la sua dimensione tra l’erbetta di campo, il fiordilatte d’Agerola e le gocce di bufala al lime. Realizzazioni importanti queste. Sembrano sagomate. Il sincero è bello. Freschezza struggente su un impasto grazioso che scompare al morso. L’estate in bocca senza compromessi.

Breve storia tra peperoni che volevano essere uno più buono dell’altro: jalapeno, corno di Capra, di diavolo essiccati. Con un finale da equilibrio perfetto, col macinato di bovino del Sannio che aggiunge zing e attrito buono, e la provola affumicata due volte abbraccia due volte.
Coraggiosa realtà, il peperone mbuttunato scomposto. Bona sì, forte no, bona forte insomma.
Lunga vita a quell’impasto…



Completamente innamorato dei fine pasto. Pizzosotti sempre, concepiti per fermare il tempo. A-i-u-t-o! Assoluto di mela annurca, in 4 consistenze e Tre Agrumi. Assaggio di rito. Travolto bene…
Sì, la festa è qui. Ripeto, nei piatti.
Simone dice che è molto semplice.
E lui queste cose le sa…