Leggerezza.
La sintesi è tutta qui.
Sensazione particolare.
Poco narrabile.
Ecco. Ne potresti mangiare tre…
Beh, perché no… Affare fatto!
Leggerezza, ripeto.
E non per il clima rilassato, disteso e conviviale, dove il focolare familiare è uno dei focus predominanti. Dietro quella porticina di Decimo Scalo c’è casa, come nel vecchio spot.
E non per l’animo leggero, sgombro da sovrastrutture, di Maria Domenica e Vittorio, due cuori da abbracciare.
L’impasto è diventato un soffio. Personalizzatissimo. Un po’ di filler nel cornicione. Farine 0 e una percentuale di farina integrale, lunga lievitazione e maturazione per un morso soave, quasi impalpabile. Strutture rigorose, cotture da lode, topping dall’aria sempre vivace, giocosa, mai piatta che intreccia presidi e chicche di nicchia.
Una pizza moderna contaminata bene, ardisco…
Triade di un crescendo sensoriale. Base sempre coerente, sempre presente e la gioia, per me, a volte è tutta lì…


Margherita perfetta. Ripeto, perfetta. Bella e graziosa, priva di indecisioni. Fluida, quasi da bere. Non una pizza fighetta, delicata certo, poco vanitosa ma per niente timida. L’impasto non abbandona la triade tricolore, equilibrata e armonica, e si candida co-protagonista. Rinata.
L’occhio cade su My Name is Vittorio Vespignani. Nome nomen, la pizza del pizzaiolo (della casa). Sarà la sua preferita?! Immagino. Ordino senza leggere. Arriva un effluvio di bellezza.
Fortissimo il profumo di conciato romano, mon amour. Poi la freschezza, tanta freschezza. Zest di limone presente ma non persistente. Messi entrambi all’uscita con stracciata di bufala e in cottura pomodorino con pizzo “Corbara”. Al morso la mia idiosincrasia per la combo pizza-stracciata evapora. Up-grade raggiunto con conoscenza e precisione. Una Margot caleidoscopica, ricca, dove la sapidità si abbandona al brio in un volo cremoso su un tappeto dolce/acido. Checkmate, Vitto!

Poi prendi una parmigiana bianca e scomponila bene. Niente di hardcore! Ingredienti strong per un risultato soft, nel senso buono. La Casertanità vive della delicatezza di cui sopra: la provola affumica, la melanzana, dorata e fritta, dona zing e sostanza al morso, il pepe fresco titilla, il prosciutto cotto di Parma dolcezza e spessore, il taleggio dop, stagionato in grotta, aromatizza e lega. Autentica astuzia. Luculliana.

Messaggio preciso, forte e chiaro. Comfort food e comfort people.
Vittorio ha alzato gli standard e la scioglievolezza del suo impasto. È giovane e ha idee sempre sparpagliate. È delicato…