La bella pizzeria senza nostalgia.
Anche nelle creazioni che destrutturano la storia della pizza e la rimontano in nuove forme.
E poi i quesiti di gusto.
Meglio il crunch della teglia o la delicatezza dell’arista di Maiale Tranquillo?!
Tecnicamente incredibile. E poi gli intrecci con belle storie di idee visionarie. Sarà per la presenza del suino rilassato, le patate al forno, il rosmarino fritto. Extra-estasi d’impatto. Come in spa.
Poi la modernità della Provola & Pepe. Lui la Scotta, con pomodorini datterini scottati. Old School Pride. Senza nostalgia, ripeto. Rispondere con competenza ad ogni esigenza.
Meglio la texture scultorea o il mash up pittorico?! Una struttura psichedelica che accoglie in superficie carpaccio di manzo, maionese alla zafferano, rucola in purezza e in crema, bacche di sambuco.
Io davvero non lo so. Amleto scansati. Affogo i dilemmi nella cremosità della frittatina alla Nerano. Come un abbraccio. Che fritto! Emozionato.
Che fritto!, ancora. La fritta, tonda e dorata, è disarmante. Linda e pinta. Stra ricca, ma ricca bene. Folgorato dalla qualità dei cicoli. Il bello del tutto-come-sembra. Preciso.
Quando però da 10 Diego Vitagliano Pizzeria ci torni e ci ritorni, non è più lo stupore, è il gioco che ti coinvolge, l’aspettativa della novità che non indietreggia, del coniglio che salterà fuori da quel cilindro. Tutt’altro che prevedibile, ci sono pizze che entrano ed escono dal menu e poi le invenzioni estemporanee che si materializzano nel piatto.
Diego ti spinge oltre i confini nella comfort zone della pizza-sempre-pizza-è.
E poi, è forte in tutto. Senza nostalgia.
colellapizzatour 