“È ‘nu pranzo po’ puveriello
è ‘nu sfizio pa nubiltà
comm’è semplice ‘o ‘nduvinello
sule addore t’ho dice già…”
Ruotadicarrismo.
Critica della ragion pura.
Filosofo con banda rossa a mo di cerchietto, bruno, dai tratti sarracini, Angioletto Tramontano.
In quel di Nocera (scritto in ogni dove), a due passi da Salerno, la pizza canta Napoli…
Veracità, forme di Autenticismo e diametri che superano le taglie extra-large.
“È la pizza di una volta“, la ruota di carro, morbida, elastica, fine di pasta ma che si erge eretta, priva di elemento croccante, priva di contaminazioni. ‘A rota ‘e carretta vergine e immacolata.
Da Pizzeria O’ Sarracin la Margherita Style è bella. Ma bella assai e riempie di sospensivi… fa da ponte tra palato e memoria atavica; eh si!, io dico proustiana. Amarcord a pieni voti!


“È rossa comme ‘a vocca ‘e ‘na figliola
è ‘a pizza ca pummarola.
‘A pizza ca pummarola
è nu quadro ‘e nu pittore…”
Lontananze.
Sì, proprio quella là. Dal diametro scostumato, dal cornicione poco accennato… dal sapore cantato da Aurelio Fierro. Per la serie stupenderie.


La Marinara Style ha la stessa struttura, precisa, cotta a puntino ed equilibrata. Design da 081 che si dona alla causa. A’ lav’ d’uoglio! La pasta, metodo diretto, 24 ore massime di lievitazione e media idratazione, è co-protagonista col pomodoro e l’olio. Angioletto l’edulcora con l’aglio orsino. Con un origano più profumoso, sarebbe idilliaca. Interminata.
Il menù è ricco, anzi ricchissimo. Tanti sfizi come le simpatiche Ricottine di bufala con pepe, salame dolce, provola e impanatura al riso. Calde, croccanti dal cuore tenero e ammaliante. Giochicchiare.


Il crunch O’ Sarracin lo mette tutto nella Mattonella. Un po’ panuozzo, un po’ ripieno, un po’ saltimbocca. La Riggiola, con mozzarella, porchetta d’Ariccia, provola, melanzane arrostite e chips di patate, scrocchia per involucro e companatico. Vibrante, caciarona e goduriosa. Vanitosa.


Gli assaggi proseguono tra circonferenze che si accorciano lievemente, tenacità al morso che si rafforzano e qualche fantasia impettita.
La Cosacca è un vulío… non a menù, la più timida delle sorelle. Estemporanea.
La Amalfi viene conciata a fine cottura: stracciata, pomodori a crudo marinati e zeste di limone. Fresca, cremosa, lineare con la cottura sempre vincente. Semplicità concisa.


La Fior di Alici, con fiordilatte, ciuffi di ricotta, fiori di zucca e alici, vive della scomposizione di una grande classico. Saporita.


Ma la filosofia iniziale rapisce la scena, le Ruote lasciano il ricordo, i brividi, una passeggiata nel tempo “imperfetto”, quello privo di domande e arzigogoli, la dimostrazione che la pizza esiste senza cliché. E questa ruota qui, fatta in questo modo, non è antica, non è tradizione. È atemporale, moderna forever!
Perché…
“Signurina sentimentale,
si te piace ta può piglià,
te dà ‘o culore ‘nfaccia e te cunsola…”