Casa Lerario – Piennolo, che bella parola

Piennolo. Che bella parola.
Piennolo.

Buccia coriacea e polpa soda, compatta e dal sapore distintamente dolce con retrogusto acidulo. Rosso vivo, come l’anima del Vesuvio.

Protagonista del progetto di valorizzazione enogastronomica “Tavola Felix”, ideato dalla società di marketing Patalano consulting.
Protagonista assoluto del percorso degustazione proposto da Casa Lerario di Melizzano (Bn).
Casa Lerario. Che belle parole.

La bellezza dei vigneti in una mattina di settembre. Pace. Quiete. Lì dove il tempo si ferma, scompare. Elogio della lentezza. Silenzi e sapori. Verde, ovunque, legni, ampi spazi, profumi e fiori. Solo il suono del vento, i colori del cielo.
Brace pronta con la maestria di Pietro e fuochi sempre accesi al comando di nonna Tatiana.

Un attento studio delle materie prime, rigorosamente km 0 e stagionali, amore per il vino e cura dei dettagli.
Soppressata. Salsiccette secche di maiale nero casertano. Pancetta tesa affumicata di maiale nero casertano. Prosciutto cotto, prosciutto crudo, capocollo, mortadella del Sannio. Ricotta e formaggio primo sale di pecora del Taburno. Calzoncini fritti ripieni al profumo di limone e montanare. Ai miei tempi si diceva “un tripudio”. Un susseguirsi di incanto e sapori nitidi in una coreografia perfetta.
E poi il meraviglioso Piennolo squisito fil rouge che accompagna divinamente tutti i piatti (o quasi).

L’oro rosso incontra l’oro zecchino, in un gioco di vellutate e sughi, nel raviolo caprese. Divino. Un’opera d’arte contemporanea. Una manifattura che dimostra le abilità e la creatività della cucina della casa. Tutti i toni presenti, la consistenza tenace e piacevole della pasta il quid in più. Disarmato.
L’unico piatto “unPiennolo” fa da sorbetto alla bistecca alla brace. Il cremoso di Carnaroli al profumo di limone, con granella di pistacchi di Bronte e prosciutto tostato, è sinonimo di delicatezza. Preciso.
Pietro alla brace è un alchimista. La bistecca di suino nero di razza casertana, affumicata con legno d’acacia e ciliegio, con pomodorini del piennolo gialli, arancioni e rossi al forno e patate, la parte più bella della giornata. Tenera, succosa, aromatica e con la crosticina croccante. Ammaliante.

Aria dolce.
Angelo Di Giacomo, titolare dell’azienda agricola Giolì, creatore di incanto intrecciando pomodori dal vivo.
I vini di Casa Lerario e quelli delle Cantine Vitematta di Casal di Principe, le cui uve nascono su terreni confiscati alla criminalità.
Piennolo finanche nel “Fiore del Vesuvio”, dolce che il pasticciere Antonio Avallone, titolare dell’omonima pasticceria di Quarto, e nel liquore dell’azienda Alma De Lux di San Giorgio a
Cremano.

Meditate bene su questo punto: le ore più belle della nostra vita sono tutte collegate, con un legame più o meno tangibile, a un qualche ricordo della tavola.
Ricordo.
Che bella parola.

Casa Lerario
Contrada Laura, 6
82030 Melizzano BN

Lascia un commento