Souvenir gastronomico?!
Per chi parte, per chi arriva.
Ma soprattutto per chi resta e per chi ci vive.
Pizzeria Franco Gallifuoco, precisamente rimpetto alla Stazione Centrale di Napoli, su corso Arnaldo Lucci.
Bar, caffetteria, ristorante e, come detto, pizzeria.
Un marasma nel marasma concettualmente da naso storto.
La cucina in verità mostra un via vai, non male a vedersi, di spaghetti a vongole e frittura di pesce. Eppure, nell’andirivieni di turisti, commessi viaggiatori, assistenti di bordo, fedelissimi autoctoni, la pizza di Franco è proprio il pezzo longilineo di un tetris bellissimo.
Franco è lì, presente, al bancone ad ammaccare.
Ma di chi parliamo quando parliamo di Franco Gallifuoco?
Pizzaiolo figlio d’arte, capace, coltivatore di idee, paziente.
Mamma Maria e papà Marco hanno fatto storia.
Franco approda al next level generation con sperimentazione, perizia, disegnando la sua pizza dai toni neo-classici. Impasto da miscele di farine 0 e 00, lievitazione lenta entro le 24 ore, cottura a legna precisa e cornicione indomabile, presente e mai timido anche nella stesura-trend a ruota di carro.
Il risultato è di gradevolezza continua.

La Provola & pepe, stesa a ruota di carro, esprime l’anima viva di un territorio. Triade scoppiettante, vivace, ricca, dove gli ingredienti raccontano qualità e armonia. La pasta, poi, è saporita, giocosa al palato e non tradisce la sacralità del quartiere. Fondente.

La Capricciosa è da mood hygge. Pomodoro, cotto, funghi, carciofi e olive. Stesura classica, no fancy, non troppo acida, un po’ dolce, un po’ amara, mai estremamente sapida, che piace a tutti insomma. Elogio del semplice che aggrada.


La Salsiccia e friarielli, a ruota di carro, “si è presentata come comanda Iddio.” Citazioni natalizie. Ma con qualche piacevole “sentimento” in più. Verdi piccantelli, ciccia sbriciolata e insolito pomodoro giallo. La punta di dolcezza che ripristina il morso. Bello quando la storia può essere diversa. Gallifuoco aveva ragione.


Anche quando ha coltivato la passione per le Grotte. Il Leonardo del calzone al forno. Alto, gonfio, scolpito. Godurioso per la farcitura generosa, dall’animo avvolgente e dall’armatura sapida e croccante. La Genovese inside conferma la bravura dei fornelli. Filologia del vuoto/pieno immersivo.
Tutte pizze-pizze.
Passare da qui,
sarà un bel souvenir.