4 esempi + 1.
Una propriamente detta.
Una che lascia parlare gli ingredienti.
Una che racconta la cucina.
Una che gioca con la tecnica.
Una, infine, che sintetizza tutti i concetti elencati.
Degustazione full optional.
Dove la forza vera della storia è nell’anima democratica di un impasto moderno che rassicura tutti. Ingredienti e palati diversi. L’impasto col marchio CS, Ciro Savarese, mi autocito, vivo nel racconto, nei profumi, nelle metamorfosi continue, nella morbidezza intrinseca che va a braccetto con un sottilissimo crunch. E moh discreto e moh chiacchierone, mai pallido o ustionato.
La base per l’altezza: geometria delle cose che contano.
Tipo il ricordo. Quello che era e quello che resta. Pomodorino del piennolo del Vesuvio Dop, riduzione di pomodorino giallo, mozzarella di bufala, provolone del Monaco e mousse al basilico. La Pizza, quella propriamente amata. Semplicità elegante, classicismo contemporaneo. La Ricordo d’infanzia di Ciro è la comfort zone irrinunciabile. Fondente.


La mia idiosincrasia per il cotto si annienta con la Monaco.
Silence, please. Parlano loro, le 3P: provola d’Agerola, fonduta di provolone del Monaco Dop, prosciutto cotto 60 casa branchi. Assenza di forzature aromatiche, impatto visivo vibrante col rosato diversamente intenso, marezzatura distribuita. Sapori soavi, evoluti e persistenti con la cremosità che spinge sui binari paralleli. E l’impasto con la sua godibilissima masticabilità accoglie tutte le sensazioni gustative. Ingredienti.


Ciro passa ai fornelli. Maialino cotto a bassa temperatura.
Perfettamente cotto, morbido e succoso che grandina su una base di provola d’Agerola e crema di patate aromatizzata al rosmarino. Morsi lunghi, concentrati, setosi. Pizza-piatto. Ammaccare in cucina e le possibilità diventano infinite. Da pizzalover laico.


Poi si scende giù nella cantina della memoria: scavo, soffio via la polvere del tempo ed ecco il rotolo farcito più famoso di fine anni 90. Il calzone 2.0 del mai-una-gioia.
Ciro affresca il Tronchetto donandogli novello vigore; il suo Iberico diventa un’opera d’arte neoclassica manifesto di tecnica e colori. Fiordilatte, crosta di Parmigiano Reggiano, salsa di pomodoro giallo, prosciutto crudo Iberico, stracciata di mozzarella, pepe. Un puzzle di meraviglie, dolcezza, sapidità, croccantezza e morbidezza. Morso fusion dove si vede l’arcobaleno.


Infine, la sintesi del tutto. La capacità di un ripieno preciso cotto a mestiere, la bontà di un finto soffritto dalla padella al forno, disegnato con la genuinità delle materie prime, il sapore ancestrale da lessico familiare.

L’esperienza da Anema & Pizza di Ciro Savarese vale 5 stelle insomma.
Nel cielo delle pizzerie brilla sicuramente anche lui.