Toccata e fuga nella Caput Mundi.
Lì dove Pier Daniele Seu non la tocca mai piano…
Un matto tinto di sogni!
Non si sa dove finisca l’arte, intesa come fantasia, e cominci la conoscenza, l’ordinamento razionale, la ragione.
Nel rione Trastevere, Seu Pizza Illuminati rappresenta il Viaggio spazio-temporale.
L’atmosfera atipica, dove linee vintage incontrano il neon fucsia, divulgazione di un principio, dove angoli cupi riflettono i lumi delle creazioni. Come un café littéraire, In pizza we trust.
Pier tinge la sostanza di luce. Drink list all’occhiello e un menù più esagerato ed estremo che non sconfina mai nel blasfemo, diavolerie pensate una a una da un pizzaiolo fenomeno che scrive in un alfabeto di segni e geroglifici tutti suoi. Spostare i limiti.


Disarmato dalla geometria solida dei fritti e della loro vita segreta.
Panatura da Homo Sapiens e cuore di burro. E poi poetici nel sapore. Fried for future, mi auto cito. Ogni volta mi faccio le croci. Un dos tres: Supplì di mare, Supplì classico e Lasagnetta di bosco.


Risotto al gel di limone e alici. Risotto al pomodoro, fiordilatte, parmigiano. Lasagne ai formaggi con funghi arrosto e crema di porcini. Costellazioni crescenti. Medaglie per ciascuno, chi delicato, chi esplosivo ma il classicismo sballa! Bocconi di arcobaleno che mi hanno sciolto qualcosa dentro.


In puntarelle di piedi arriva la focaccia, manuale per essere felice. Sofficità estrema dove i germogli croccanti scoppiettano col melograno. Sentori di aglio e bottarga spingono in aromaticità e sapidità. L’abbraccio fresco e sincero de Roma.


Altolà, che si palesa il cupolone! Padellino tutorial: soffice, dorato, crosta sottile e altezza mezza bellezza. In superficie Carbonara di tonno palamita (marinato come un guanciale), zabaglione d’uovo, pecorino e bottarga. Senza eresia poco casual e molto dotta. Bravura.


Vorrei essere così bravo nel racconto di quell’impasto ma sarei debole e parziale. Un senso di perfezione continua e generosità diffusa che rimane addosso lungo tutto il percorso. Date un premio ai fornai. Tonde giottesche dai cornicioni sempre innevati.
Siamo umani quindi ci pare sempre ca nun é o vero.
La Margherita, con treccia di fiordilatte e parmigiano, è l’esempio della regina viva e vegeta su impasto moderno. Ossimori piacevoli.


La Super provola e pepe è l’elogio della comfort zone. Familiare nel San Marzano arrosto e nelle pacchetelle gialle, piaciona nella ricotta affumicata, elegante nel mix di sette pepi. La perfetta. La propriamente-detta. Lode nell’alto dei cieli…


Da personalità a meraviglia. Futurama.
Acido/Acida. Facile sentirsi scossi. Cicoria ripassata, provola, gel di limone bruciato, polvere di olive, crumble di arachidi salati, pecorino gavoi. Acrobazie dalla campagna romana, con tocchi amari acidi e precisi come graffiti. La nota croccante e la pecora annullano la monocromia. Animo fine dining.
Valeria Zuppardo, moglie di Pier, quando sveste i panni della regista di sala, viaggia tanto. Novella Colombo alla scoperta di nuovi intrighi, trasforma le sue cartoline in ricordi su pizza. E così Valeria a Koh Phangan merita l’assaggio e la totale lettura del protocollo: fiordilatte, pollo con marinatura thay, germogli di soia, zabaione salato thay, latte di cocco e curry verde, crumble di anacardi, succo di lime, battuto di basilico e coriandolo. Gusto complesso, maturo. Attributi reversibili, di chi propone e accetta. Pad-thai su pizza. Folle folle folle idea. Futurama già l’ho detto. Cambiare i dogmi con toni educati. Nuovo Mondo.

Il Maialino nel bosco sguazza nella crema di funghi porcini, nel mix di funghi saltati, nella crema di castagne e aceto di lamponi rossi, tra pietre di crumble di arachidi e profumi di timo. Il Ciauscolo fortunato incontra poi il tartufo fresco e cade nella dimensione unica dell’equilibrio. Piacere senza ritegno. Completa.


La Rifugio (fiordilatte, brie, speck, gel di sidro piccante, ricotta affumicata, insalatina di mele noci e pepe rosa, origano) predispone al dolce.
L’impasto si adorna di una leggera caramellatura croccante. La dolcezza si fa incastro di mattoncini lego. Mont Blanc vs Caffè Leccese.


Vincono entrambi, ex aequo di colori e profumi mescolati.
Purea di marroni, ciuffi di panna montata, pasta di castagne al rum, trucioli di cioccolato e crumble di castagne e meringhe. La festa di paese che parla di zucchero filato, noccioline, giostrine, sorrisi.
Crema al latte di mandorla, chicchi di caffè ricoperti di fondente, crema al caffè, gel di caffè, gel di baileys e crumble di mandorle. L’estate pugliese 3D.
Overdose per gastro-nerd.
Sono un po’ drogato di Pier e non ho paura di ammetterlo.
L’Illuminismo di Seu non somiglia a nessuno. Bravi tutti. La squadra, in sale e in cucina.
Agio. Avanguardia. Passione.
E quel sapere aude! Avere il coraggio di servirsi della propria intelligenza…
L’argomento è la pizza, certo. Ma il “è solo una pizza” non fa parte di questo mondo.
Le dipendenze intelligenti. I pellegrinaggi intelligenti.
Seu mito!