I Masanielli di Francesco Martucci – Secondo Martucci

Ci sono luoghi, ci sono idee, ci sono creazioni, talmente rigonfi di storie e bellezza che risulta difficile descriverli senza che risultino privi di Captatio benevolentiae. Toccherebbe solo viverli e contemplarli in silenzio.

Martucciland, il parco giochi di Francesco, fa perdere le parole, eppure ce le avevi qua un attimo fa… Sì, perché appena metti piede in questo eden gastronomico i sensi abbandonano ogni forma di decenza e si lanciano da un grattacielo sontuoso per una carica di adrenalina densa e voluttuosa.

Un po’ come leggere il menu, sorprendersi alla lettura di ingredienti tra il rurale e il fine dining, e convertirsi al morso. Un po’ sacro, un po’ profano. Sì, perché qui l’identità, il criterio, l’ispirazione diventano icone, tra il mitopoetico e il biblico. E ti arrendi al Secondo Martucci

Come la Genovese. Base a metà strada tra brevetto e articolo scientifico. Il trittico di cotture diventato trend che accoglie fiordilatte, genovese di cipolla, guancia di maiale, conciato romano. Un raro caso che un mix di grassi diventi leggero e suadente come una étoile di Parigi. La mia idiosincrasia papillare si licenza per libidine, equilibrio e variopinti contenuti. Un piatto stellato su crunch asciutto e ammaliante. Entrée destabilizzante.

E sembra che basti la parola Secondo ed ecco il cambiamento, tutto si tinge di color pathos e si percepisce il ruggito dell’autore. La Capricciosa Secondo Martucci è una figata pazzesca! È un gioco di società, il rischio dei dadi, l’albergo di Parco della Vittoria, andare a dama mangiando tre pedine. Respiratene i profumi, abbracciatene la persistenza. La densità del pomodoro arrosto, la freschezza dei carciofini, l’amaro delle caiazzane, l’umani dei cardoncelli, la dolcezza del cotto, l’irriverenza del salame croccante. L’estasi e la beatitudine.

Un po’ come i giorni che precedono la Pasqua. Quando il profumo dei carciofi arrosto bagna l’anima e diviene fragranza supersonica, balsamo di note territoriali racchiusi in plin di assoluti e succosi drappeggi pizzosi. La Assoluto di Carciofo è ricordo, essenza, gastro economia circolare. C’è il gambo, le foglie croccanti e poi aromaticità ruffiana, aglio, pepe, prezzemolo e pecorino dei Monti lattari. Viva e vegeta-le.

In effetti, come un ragù di pomodoro San Marzano che pappulea per dieci ore. Sono cambiamenti, solo se spaventano, sono sentimenti se si tratta di punta di petto di Marbled Bavarian. Abbrustolita e croccante fuori, succosa e morbida dentro. Poi la sapidità del pecorino dei Monti Lattari, l’acidità dei pomodori secchi del Piennolo, la cremosità della maionese al ragù. Tutti i giuramenti, quando è Domenica. Apoteosi anti-fighetta di un’idea di pizza tra le più bistrattate per un risultato commovente e avvolgente. Un tuffo triplo carpiato e temerario che sbeffeggia il dualismo tradizione/innovazione.

Post-futurismo. Come dopo una esplosione nucleare. Elogio del pomodoro per la Marinara Atomica. Tomato-game: San Marzano DOP cotto 12 ore; all’uscita Piennolo secco, buccia di pomodoro croccante, maionese di pomodoro al latte di soia, origano di montagna, aglio dell’Ufita. Modernismo atavico. Visiva, olfattiva, gustativa. Al morso come il palloncino di Banksy. Magnetica. Cremosità spinta, familiarità, abbracci aromatici. Rivoluzionaria.

Parlare di Francesco è difficilissimo…
Assaggiare Secondo Martucci ogni volta cambia coordinate e prospettive.
Un po’ come imparare ad ascoltare…

I Masanielli di Francesco Martucci
Viale Giulio Douhet, 11
81100 Caserta

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