C’è una gioventù moderna, educata, al passo coi tempi, che racconta con genuinità che la Pizza non è un paese per vecchi…
Best musica pop on sound che copre con discrezione il vociare vitale delle sale disposte su due piani. Eleganza, colori, alberi e fiori che spuntano da tavoli e pareti, luci soffuse e sorrisi a profusione davvero sapuriti.
C’è del buono e del bello nel regno di Dante Amarante e Anna Santoro. Sapureat, il gioco di parole anglo-partenopeo più famoso della provincia di Napoli. “Solo se ti rende felice” giganteccia fucsia la scritta al neon: a Frattamaggiore l’esperienza pizzosa come una storia d’amore, bella e improvvisa viva di libere scelte. Una spallata energica di freschezza, dinamismo e determinazione applicate all’ospitalità.
Il menù è cool, poche referenze divise tra classiconi e circonferenze foodpork. No, non si tratta di junk food ma risulta chiaro che una clientela stracolma di zoomers esige certi abbinamenti da “Che ne sanno i duemila”. Dante comunque accontenta tutti. Ammacca e concia il suo panetto moderno e mo’ con il cornicione guascone e mo’ con quello timido (quasi inesistente) per la ruota di carro. Fiamme del forno affidate al gas.
La sostanza sfila aggraziata su una passerella accorta dalla padrona di casa che, come navigato direttore d’orchestra, dirige un servizio che gira al cronometro.
Prime volte, alzatina centerpiece.
Ruota di carro Provola e pepe, tendenza in controtendenza con l’habitat. Ossimori che adoro. Ampia, aromatica, dalla cottura precisissima. Il siero perso in cottura che diluisce il buon pomodoro non pregiudica un morso aitante, ricco, dove il trittico si fa largo con spalle ben tornite. Sorpreso bene.


Un primo excursus leggiadro e romantico che prosegue con la Capricciosa di medesima stesura. Fiordilatte, pomodoro, prosciutto cotto, funghi, carciofini, olive nere. Orfana del salame per scelta stilistica, si presenta giusta e spigliata nell’assetto verace e filarmonico. Pregna di confortevolezza.


La Scarpariello è sagacemente tecnica. Su stesura home style cornicione botox, grazia compositiva e sussulti introversi dell’autore. Un mix di fiordilatte e provola bacia una salsa di pomodoro bruciato; all’uscita pomodori secchi, parmigiano e pepe. Cremosità pantagruelica, tante note colorate che trattano dal fumè allo speziato, dal sapido all’agrodolce. Godereccia, affilata e nitida. Piacevolezza.


Una rucola, crudo, datterini e scaglie manifesta l’animo forever young e la superba continuità di cotture indovinate.


Sapureat è il nettare di beltà di una famiglia a lungo raggio. Una squadra che scintilla e un ragazzo capace, scaltro e volenteroso, con un florido cammino da coltivare davanti a sé.