La Corte degli Dei – Il gioiello nel gioiello di Palazzo Acampora

Believe in love!
Incipit anglofono, preso in prestito da una nota band, che abbraccia e racchiude l’essenza di un posto che preserva da secoli la magia di quel concetto.

Agerola (Na). Palazzo Acampora.
Qui dove l’ospitalità vive una storia lunga trecento anni, profusione di emozioni in questo teatro del bello e del buono. , il bello in ogni cm intriso di antico splendore di questo raro esempio di architettura patrizia del diciottesimo secolo. La scalinata napoletana, la corte mistica trapunta di edera e gelsomino, le cantine. Immersi nelle sale interne, che hanno mantenuto l’antico splendore degli arredi originari, tra affreschi, marmi e tele del Pallegiani, i pensieri si riposano. E la curiosità gioca unendo i punti di una saga familiare (meglio di Netflix) densa di intrecci intriganti narrata con grazia, trasporto e simpatia dal patron Giovanni Paone. Più che un cicerone, una predisposizione naturale a plasmare un ospite, che incrocia anche solo per poche ore la propria storia con quella di questa dimora, ad amico devoto. Il mondo necessità di persone così.

Il giusto ponte per passare dal bello al buono
Nucleo vitale di quell’amore, La Corte degli Dei, ristorante fine dining locanda del palazzo dove chef Giuseppe Romano si diverte e diverte con la sua cucina in continuo adeguamento del passato al presente, espressa con intrecci di materia egregia e rimandi a null’altro che alla bontà del piatto e al gusto. Scuola Vincenzo Guarino (chef del Castello di Spaltenna), Giuseppe fa girare una squadra super assortita composta da maître Luigi Capriglione, chef de rang Antonio Iovine, la fondamentale Petronilla Naclerio.

Difficile stanare il piatto più buono nel percorso vivo di artigianalità sotto ai baffi del cliente.
L’aperitivo in bottaia riporta in epoche mai vissute. Che sia carne o pesce la location imbocca come una mamma. Menzione speciale per la Parmigiana al bicchiere.

In corte il pranzo annienta lo scorrere del tempo. Mare profumo di mare.
Ode alle consistenze il Polpo arrosto con spuma di patata affumicata, cialda di patata viola e polvere di capperi. Un evergreen che sa il fatto suo.

Un gavettone esilarante per la Capasanta scottata. Delicatesse rinfrescata dal gazpacho di pomodoro e anguria, con lo zing del tartufo nero e il crumble salato. La scultura al nero di seppia completa un quadro energizzante e saporito dai toni iodati. Applausi.

Risotto della Costa

Si passa al magistero con il Risotto della Costa. Gambero rosso, scampo, cozze, vongole veraci e calamari. Tra espedienti cotti e crudi, precisione stilistica e profumi inebrianti, io ci ho lasciato il cuore.

Le zucchine in tripla sembianza ricamano il Rombo chiodato e ne esaltano le qualità.
Infine, il fine pasto è un giro di giostra tra gelatina di arance, macaron al lemon curd, cremoso all’arancia, gelato al mandarino e crumble agli agrumi. Il Luna Park dello chef.

Tra amore, intrighi, ospitalità e dèi, ho trovato una vera corte dei miracoli
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Palazzo Acampora
La Corte degli Dei
Via A. Diaz, 26
80051 Agerola (NA)

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