Gorizia 1916 – Colezioni alla forchetta

Colezioni alla forchetta.
Recitava così la pennellata (di un Pinturicchio della prima maniera cit.) sulla porta d’ingresso a mo’ di spot.
Un messaggio chiaro, vetrofania umile (dove l’errore indicava la colazione intesa come “marenna” da pranzo veloce) ma futurista. 1925 e l’omonimo nonno del maestro Salvatore Antonio Grasso disegna panini con l’impasto della pizza ricchi di ortaggi di stagione. Avantgarde.

Ripensandoci dacolezioni” a collezioni il passo è breve. , perché da Pizzeria Gorizia 1916 è una continua raccolta di belle emozioni, storie trascorse ma ancora nuove e circonferenze autentiche che entrano nella testa.

Salvatore, esperienza e sorrisi, tempio dell’ospitalità, depositario di certe poetiche, è l’enciclopedia della pizza cantata a squarciagola ma senza mai alzare la voce. Oggi si dice “galantuomo d’altri tempi”, ma la gioia vera è condividerne il tempo d’oggi a tavola tra profumi centenari e specchi di pensieri infiniti, immersi nello stile Liberty e nei segreti di creazioni senza segreti.
L’impasto si fa la sera per la mattina e la mattina per la sera.
E la calorosa e geniale scheggia fa impazzire di gusto in un percorso imprevedibile.

Margherizia

La Margherizia è l’irruzione che delizia. Base passata di pomodoro, aggiunta di pomodoro del Piennolo, tris di provola, fiordilatte e mozzarella e scaglie di caciocavallo. Assedio al palato, esuberante Partenope che gioca tra dolcezze e acidità e consistenze continue. La pasta si concede con premura all’abbraccio senza mai arrossire. Cottura perfetta, cotto anche io.

La cucina interviene su pizza. La dea Genovese servita su due palcoscenici, classico e fritta e poi asciugata al forno. Crema spalmabile odorosa di famiglia. Equilibrata, delicata, un arpeggio elegante dove la tenerezza della carne si fonde con la sfacciataggine domata della cipolla. La provola esalta, il pepe macinato all’uscita allunga l’effluvio. Il rumore della sensibilità e del pensiero può essere soave o crunch. Beautifullerie.

Poi è tutto un filare liscio.
Fila la Pasta e patate e provola, riccanza di mistura estetica movimentata e divertente. Come un risotto…

Fila la Mozzarella in carrozza, con armatura old style supera la prova al telefono.

E poi la solita epifania. Il culto massiccio della Zuppa inglese. Un multistrato dal morso ‘shocking’ nella farcia e nelle tinte vintage; il voluttuoso pan di Spagna costellato di mine amarenose; i vortici intrisi di tenerezza e zucchero della bionda meringa. Sia benedetto il duca Pironti, il cuoco ‘Ngiulillo e la sua ricetta vecchia cento anni. Devozione polposa.

Un romanticismo che non accetta errori. Una pizza antica che si fa moderna nella smania di precisione atavica. Una cucina schietta e armoniosa.
Certe posti e certe persone restano per sempre casa.
Abbiamo un bisogno disperato di poesia, ma ancor prima abbiamo bisogno di poeti.
Qui da Salvatore si parla ancora in versi…

Ristorante Pizzeria Gorizia 1916
Via Gian Lorenzo Bernini, 29/31
80127 Napoli

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