Non puoi fingere di voler bene a qualcuno e non puoi fingere di aver qualcosa da dire.
Diego Vitagliano ha lo sguardo e i desideri profondamente maturi, ma l’animo da piccolo scugnizzo, col numero dieci sulle spalle, che rincorre la voglia di fare sempre gol.
È uno dei migliori pizzaioli mai nati della new generation, carico di umiltà e della pazienza necessaria a tritare col sorriso anni di gavetta, nella sua terra (di tradizione) da figlio degenere “…che fa cose moderne“.
Sogna ancora a bassa voce e parla solo quando serve, ma semina nella sua Napoli e oltre una idea di pizza viva e gagliarda come l’abbraccio di un amico.
‘Fermateli, perché sanno quel che fanno’. Era così no? Beh, provateci!
Consapevolezza esagerata insieme al fido Antonio Scorza nell’orientarsi con destrezza e intuizioni fulminee tra materia, gestualità e spigoli gustativi insospettabili.
Quando amo ripetermi solo per evidenziare che Diego non ne ‘toppa’ una e questa ottobrata nel nuovo menù fluisce ardimentosa, in picchiata. Classe. Alchimia. Costanza esecutiva.
Subito una capriola ipnotica d’impasto con la croccante Terramare. Quel crunch educato e profumato si fa teatro di uno show che sconvolge per audacia. Tartare di gamberi spinta con forza da cicoli paesani; bufala che grassa, cimette di friarielli che amarano. Freschezza da zest e aromaticità da olio all’aglio. Dolcezza-sapida creativa e tutto il resto. L’OltreMateria, la ricerca fondamentalista e la poetica. TerraDAmare.


La circonferenza, cotta al millimetro, disarma la storia. Altezze ascetiche per una Marinara fusion a tinte andaluse. Gioco caldo/freddo e aromaticità spinta col pomodoro all’origano e l’Ajo Blanco (zuppa fredda di pane raffermo, mandorle e aglio) saporito e rinfrescante. Evolve nel sapore e nella texture mentre la mangi. Potente con la extra dose di origano del Monte Saro e l’olio all’aglio. Si chiama Marin-ajo e si candida come nuova ossessione!

Halloween mood… nuove regole e un’estetica diversa. Come una black pumpkin la dolcezza della vellutata di zucca si adorna di toni carismatici, balsamici, intensi. Temperature ed effluvi di crema di aglio nero, umami di polvere di tartufo e brio di zest di limone. Contrasti che spazzano la comfort zone. La Zucca Nera propone next level orizzonti per zucche piene… Metafisica sovversiva.

Ancora vista mare. Nello scavare nell’identità dell’elemento riporta fuori tutta la delicatezza del carpaccio di Baccalao che si fa Meravigliao sull’amaro di cime e fiori di friarielli. Salsiccia chi?! Zing di perle di tartufo nero e olio al limone. Abbondante, gioiosa, florida. Carrettiera iodata. Lo sao o non lo sao?!


In chiusura crunchita in versi d’autunno. La Rustichella hygge ultra-croccante, come un Andy Warhol, si vernicia di zucca double face. I funghi tracciano il bosco e l’orange power cruncha di estasi tra prezzemolo e peperoncino. Una turbo-pizza presto signature per la perfezione realizzativa. Vanità di stagione.


10 Diego Vitagliano Pizzeria era una macchina da guerra prima e lo rimane oggi, ma ora con la miriade di riconoscimenti sarà più facile da avvicinare dai gastro-scettici da bandwagon. E se conosco Diego aspetta proprio loro a braccia aperte, consapevole che i sogni più belli sono quelli che si fanno con le altre persone, non contro di loro.
Non puoi fingere di voler bene a qualcuno, vero, ma non puoi fingere nemmeno di creare con l’anima se non lo sai fare davvero.