Materia.
Prima.
Prima di tutto.
La potenza nell’ingrediente.
La franchezza sfacciata dell’essenza servita senza manipolazione.
Caggiano (Sa), 140 km da Napoli. Se ti alzi sulle punte tocchi la Lucania.
Perché tutto ciò?
Beh perché il regno incantato di Angelo Rumolo è l’apoteosi del rapporto simbiotico con la Terra, il cm0 che si concede ad una pizza schietta e contadina, che ti ridefinisce il concetto di esigenza e regala altro. Fede e ragione si annullano.
Potrei citare il senso dell’accoglienza, della giga-famiglia, del coraggio del sacrificio, di non piegarsi a mode e tendenze.
Ma la materia a Le Grotticelle è la gioia di una vita, la teoria del tutto senza stravaganze.
Experience, super esclusiva dove la sezione del menù “foraging” non è fancy ma puro lessico familiare.
Alt! Venire qui è chiedere un quadrato del Pasticcio Caggianese è obbligo morale: impasto fatto di uova, carne e formaggi racchiuso in una sfoglia di semola, uova e sugna. Densa e ricca. L’elisir della dolce vita senza nostalgia…

Le pizze hanno matrice moderna. Texture impalpabile.
E i topping…
Il sugo di pomodori corposo, sfacciato, saporito di pecorino si lascia cadere, inzuppare, abbracciare. La Zammedda è Cosacca atavica che vive di cinque varietà, stracotte in padella per ore con aglio, origano e olio, fino a sfaldare le bucce. Brividi di goduria amarcord.


La Marinara qui è con alici. Eterea.


Quella con Funghi misti e pomodorino semi secco devasta. L’amore al centro, senza vincoli stilistici o temporali. Sapore giostrato con perizia straordinaria. Ogni fungo ha il dono della parola. Super Rumolo Bros!


E la 4 caciocavalli e anice nero glorifica l’arte delle radici di un pizzaiolo pastore. Nessun imperativo all’infuori del piacere. Le diverse stagionature ammaliano tra profumi, giochi e consistenze. La spezia ride vanigliata e dolciastra. Psichedelica.


Le Grotticelle è un viaggio, vero! In tutti i sensi.
E come nei veri viaggi si impara sempre qualcosa, soprattutto di sé…
Un plauso ad Angelo che, restando fedele a se stesso nel tempo, può riconoscersi in chi è stato e in chi è oggi, regalando un’espressione pizzosa senza omologazioni.