Non di solo pane vive l’uomo…
Beh, lungi da me essere blasfemo, ma da Cesto Bakery, in quel di Torre del Greco (Na), si può mettere tenda dalla colazione alla cena.
Del fantacosmo di Catello Di Maio, terza generazione di una famiglia di panificatori, conservo la bellezza del riconoscersi lungo profumi, sapori, pensieri e spartiti terapeutici. Croissant, una caterva di tipologie di pane (25), pizze e focacce, passando per le proposte di una tradizionale gastronomia partenopea.

Profumo di buono, profumo di autenticità! Gli occhi e il sorriso di Catello raccontano la forza sottovalutata della generosità, l’audacia della sperimentazione e la consapevolezza che un goccio di follia nel forno può far brillare i giorni alleggerendo la vita.
Lievitato-terapia, insomma, con la possibilità di consumare anche sul posto.
Tra giochi visionari e recupero di prodotti tipici, ecco la forma del sogno di una bakery di concezione moderna che si fa grande tra croste ambrate, cristalli di sfoglie e legami umani assai più forti di mille maglie glutiniche fuse assieme. L’anima di Cesto Bakery and Friends, incontri di pura divulgazione lievitata voluti da Catello per dialogare con professionisti e artigiani del food.

Questa volta ospiti d’eccezione, il lord illuminato (mi autocito) della pizza e dei lievitati, Valentino Tafuri, patron di 3Voglie pizzificio di Battipaglia (Sa), e Jack Prisco, eroe (dei due mondi – mi riautocito) bartender e patron di Prisco – Pizza & Spirits di Boscotrecase (Na).
Viva certi incroci. È una grossa sciocchezza che le cene a 4-6-1000 mani siano inutili o noiose. Non conta il mezzo, conta chi mixa o chi spadella o chi inforna. Quando le voci sono fatte di parole che non si parlano sopra, ma un ascolto che diventa coro.



Subito show dove il pane cafone immerso in olio e sale diventa rituale condiviso. Lacrime di gusto semplici ma persistenti.


E Jack promette: drink list servita per le creazioni di Catello. Elegante, concentrato, mai banale, che abbina un drink anche col pane (Martini Cocktail – Gin london Dry, Vermouth Dry, orange bitter).


Valentino sfodera il suo Quadrotto: pizza a due strati, alta più di 5 cm e con il super crunch. La Moris vive della destrutturazione del classico abbinamento mortadella-pistacchio. Quest’ultimo va nell’impasto che abbraccia il salume, la senape, la maionese al lime e la zest di limone. Voluttuosa detonante apoteosi. Pink Paloma, congiunzione astrale (Tequila Silver, succo di lime, sale, Sanbitter Pompelmo rosa).


Pala vs teglia, vincono entrambe. Carciofi double face e crema di pecorino vs Umami di Margherita (corbarino arrostito, stracciata di bufala, salsa al basilico). Impasti che gridano, topping che raccontano. Materia, tatto e cordialità di gusto.


Un po’ come Americano in Torba (Campari, Varmouth rosso Riserva Rubino, Lagavulin 16 single Malt, acqua Perrier) vs Gin & tonic al Basilico (Gin Tanqueray 10, sciroppo al basilico, acqua tonica agli agrumi Sanpellegrino), stessa storia, X.


Infine, la goduria del pan Bauletto al cioccolato con gelato alla vaniglia e caramello salato con Espresso Martini (Vodka, liquore al cacao, liquore al caffè, caffè espresso, sciroppo di vaniglia).
Tre animi, un giga cuore, materia grigia a pacchi (nelle rispettive teste).
Bravo Catello, il tuo Cesto non conosce fondo…