Bellezza, giuro era proprio Lei.
L’ho vista mentre faceva il bagno,
per poi intrufolarsi nei piatti e
immergersi nei volti dei protagonisti.

Un mix di cugini/fratelli (Fiorenza, Fabrizio e Francesco Gargiulo e Antonino e Vincenzo Incoronato), Marina Grande di Sorrento (Na) e piatti disegnati coi pastelli da un bimbo vivace.
No, non è teatro. È Bellezza, è vita!
“In faccia al mare la felicità è un’idea semplice…” – dice il saggio, ma l’idea qui si concede ai sensi.
Fiorenza e Fabrizio Gargiulo coccolano senza maschere e ingessature, vivi di leggerezza e coinvolgimento. Francesco, sommelier, gioca con i sentimenti: il suo pairing è questione di gusto, democrazia e carattere (abbinamenti e blind test si fanno dono). Chapeau!
Poi, nel mentre, ho smesso di prediligere il piatto clamoroso di chef Vincenzo Corcione, quando ho capito che non avrebbe smesso di farne.
Colori, mescolanze e riflessioni, ingredienti spogliati, nudi di fronte ai commensali, vestiti poi da una scintilla creativa libera e sincera. Come nelle favole culinarie.


Il C’era una volta è danzante… Spennellate di burro al limone su pan brioche homemade e girandole di salumi da-mare (ventresca di pesce spada affumicato ai rami di ulivo, ventresca di tonno rosso) e alici del Cantabrico. Attrattiva, quando senti certi profumi, siediti e godi. E poi bollicine… (Teatro alla Scala Franciacorta Brut Docg 2018 – Bellavista)


Parola d’ordine: spingere! Costantemente, verso orizzonti diversi, senza smettere di farlo sembrare facile. I tocchetti di tonno panati alle mandorle parlano, il Ceviche di cernia locale, gamberi rossi, leche de tigre al passion fruit e arachidi esplode. Bomba nucleare, la biodiversità del Perù e la nettezza di gusto del nostro mare. Memorabile fusione, bello, complesso, multiforme, andare oltre il gusto.


Ancora animazione.
Il carciofo si abbandona alle diverse consistenze, si pompa di scampi e battuto di aglio e prezzemolo e indossa due gocce di vaniglia. Immorale trascendenza. Il polpo sguazza nella scarola three-faces (stufata, croccante e liquida), vivida di pomodorini semidry e feta, e si arrotola nel pane naan. Sì sì, un kebab nel bel mezzo del luna park. Apoteosi. Mettici, in questo calderone, la testa-dura aromatica del Riesling Kabinett Trocken 2022 – Sybille Kuntz e capisci il ruolo del sommelier.


Poi pinacoteca, estetica rinascimentale.
La pasta mista si fa quadro nel ristretto di pesci di scoglio, crema di finocchio, pomodorino del piennolo all’arancia, alloro e finocchio di mare. Sapeva di tutto, sapeva urlare e sussurrare, terra, mare, radici, vanità. Un piatto di felicità e sapienza.

I ravioli del plin ripieni di impepata di cozze sfondano il muro del pop; il volume impenna nel bagno di bagna cauda e ponzu di pomodoro. Che brucia di domande e pensieri originali. Rock, come Numero Primo, Fiano di Avellino Docg 2017 – VentitréFilari, in abbinamento.


Raffaello, poi, passa da qui, con la Spigola farcita con la sua mousseline, capesante, piselli alla menta e limone bruciato. Più buona che bella, pensa te! Un’ode alla tendenza dolce, al candore, alle linearità. Da cerchiare col pennarello rosso dei gioielli de la carte. L’eleganza dorata d’annata del Fontanavigna Magnum Pallagrello bianco 2013 – Terre del Principe.


La tartelletta di pasta frolla, con mango curd, panna cotta al cocco, gel al passion fruit e gelato al mango abbinata a un delizioso Royal Tokaji, congeda la favola su spinte acide ed esotiche.
Zero paragoni. Una teca fatta per brillare.
Non è solo questione d’ingredienti insognabili, e nemmeno una mera faccenda tecnica ricca di dinamiche oltre la perfezione. È tutto questo, ma soprattutto la sensazione di venire abbracciati da un’anima marina votata all’ospitalità attraverso bocconi e attenzioni.
Soul & Fish, in effetti…