Esistono le certezze imprescindibili, le rotte sulla bocca di tutti, i templi consolidati.
E poi c’è chi da un bel po’ di tempo, nonostante la sua giovane età, vuole spostare, con impeto e decisione, i centri del mondo.
Qui si fa la rivoluzione insomma.
Antonio Polichetti è rivoluzionario nell’animo e ridisegna la sua “Polichetti, esperienze di pizza”. In quel di Casali di Roccapiemonte (SA) locale totalmente rivoluzionato con un restyling che aggiunge eleganza, stile e un pizzico di stencil art alle pareti da nuova dimensione.

Moderna nell’esperienza dei piatti ma che profuma ancora tanto di casa, di radici, di famiglia: papà Raffaele vigile braccio destro, la grazia di mamma Claudia all’accoglienza e l’estro dolce e talentuoso di Maria Luisa (viva le sorelle!).
L’immenso pass, cuore pulsante tra cucina e sala, si fa palcoscenico perfetto per la maturità di Antonio. Sfilano precise le quattro tipologie (Tonda classica cotta in forno elettrico, Ruoto, Pala e Doppio crunch) rese ulteriormente vive e immortali grazie all’equilibrio egocentrico di ciascun topping.
Territorio e ambizione. Non serve null’altro per la rivoluzione.
L’entrée è un divertissement in pastella disegnato con mortadella e ricotta mantecata e maionese al limone.


Poi subito i fuochi d’artificio. La pala si dimena tra terra e mare; la Seppie Nocerine ha la tendenza dolce della crema di zucchine alla Nerano, l’aromaticità del cipollotto nocerino brasato e l’umami marino e mo’ delle tagliatelle di seppie e mo’ della ventresca di tonno. Un continuum di morbidezza, freschezza e consistenze. Crunch d’autore.


Stesso binomio, stesso registro: ruoto Rosso fiume. Ancora una scintilla preziosa. L’amore è un apostrofo di maionese al limone tra i peperoncini verdi di fiume double face (in crema e a crudo) e la tartare di gambero rosso. Morsi lunghissimi, dove amaro e dolce si abbandonano ad una cremosità indovinata. Da applausi.


Passerella necessaria e obbligata per la Margherita lavorata. Signature: conferma di una circonferenza saporita dall’aromaticità di carattere. Come un sorbetto per la vanitosa della casa.


Le scarole nel Doppio crunch di Antonio cantano. L’impasto grida ad ogni morso endecasillabi sparsi. Provola, scarola riccia marinata, maionese alle olive nere, scarola ripassata, pesto di pinoli e uva passa. Sostanza e armonia. Come una Vigilia di Natale che non conosce stagione. Equilibri surreali e tormentoni che non passano mai di moda.


I fine pasto sono l’esigenza. La graffa è psichedelica. Maria Luisa mostra gli artigli con la sua crostatina di pasta frolla con crema pasticcera, mousse ai lamponi e fragole. Classe da veterana.


Il mondo ha un nuovo centro: 40 minuti da Napoli? Chissene!
Mi autocito: Polichetti vale il viaggio…