Show cooking?!
Cucina a vista?!
Menù degustazione al buio?!
Chef’s table?!
Tutto in un unico viaggio, in prima classe.
Omakase. O-ma-ca-sè con l’accento sulla e.
Mi fido di te.
Nola (Na). Oltre la poetica e il richiamo ad una famosa canzone, ecco l’esperienza che divampa il mondo del Sol Levante.
Tra le varie sfumature del progetto Ro World (contenitore moderno e multifunzionale ricco di caffetteria e alta pasticceria, moderno cocktail bar, bistrot e ristorante fine dining), l’ultimo nato si chiama Vero Omakase Rooftop. Sushi restaurant, una raffinata boutique di dinner experience. Ai tavoli, in sala o in terrazza, si ordina alla carta. Al banco ci si lancia nel climax solenne della formula Omakase.


Atmosfera nipponica. Affidarsi. Concedersi. Complicità. Benessere.
Sei posti. Solo sei. E un bancone che si fa palcoscenico del sushi master di origini brasiliane Gilberto Silva. Un dono, una emozione. La barriera tra sale e cucina è disciolta.
Esistono mille modi buoni per definire la bravura, ma pochi esatti per ritrarre il talento. Gilberto incanta e plasma la cucina in spettacolo, scoperta, cura. E la fortuna di ammirare tutto a pochi centimetri.
Selezione quotidiana del pesce più pregiato, attenzione spasmodica al riso. Istrionico, mattatore, Gilberto dipinge e racconta, portata dopo portata, boccone dopo boccone, da consumare sia con le mani che con le bacchette. Incendia il piano dell’artigianato e ti spara in faccia una fiammata di cucina pura cucita sul gesto come l’arte di una bottega antica che non perde mai lo sguardo quotidiano.


Nigiri, pesce crudo ma non solo, anche assaggi di cucina più elaborata. Un rito rigoroso che obbedisce alla stagionalità e una sequenza progressiva di grassezza e umami, in cui ingredienti a sorpresa si compongono a formare un menù completo.
E si passeggia tra le nuvole di tenui rosa e bianchi stando comodamente seduti.
Successioni eretiche emozionali.
Kebab di tonno, cbt con spezie e affumicato, con cipolla all’aceto di lampone, crème fraîche, succo di lime e mayo. L’amuse-bouche detonante.


Usuzukuri Hirame, un carpaccio di rombo con erba cipollina, polvere di peperoncino Togarashi e uova di trota salmonata in salsa ponzu (soia e agrumi). Eleganza leggiadra.


Tamagoyaki, omelette quadrata tipica giapponese con uova, mirin, zucchero, spezie e salsa di soia in brodo dashi fatto con alga kombu e katsuobushi. Come una frittata di maccheroni di Partenope.


Sashimi Moriawase. Tonno, ricciola di Hokkaidō, polpo verace e salmone delle isole Faroe con foglia di wasabi. Air fresh.


Gyoza Ebi, ravioli di gambero rosso di Mazara del Vallo e verdure. Divertissement.


Tartare di scampo affumicato con olio yuzu, zenzero fresco, uova di pesce volante e oro 24 carati. La vanità a servizio della sostanza.


Guanciale di Kobe cbt in salsa demi-glace con crema di zucca. Ancora Partenope con gli occhi a mandorla, come una Genovese…
E poi…






Nigiri Suzuki (branzino giapponese). Delicato.
Nigiri Hotate (capasanta del Canada). Lungo.
Nigiri AmaEbi (gambero). Elegante.
Nigiri Saba (sgombro). Forte.
Gunkan Uni (riccio di mare giapponese). Approfondimento: consistenza cremosa, gusto deciso, fortemente marino e carico di umami. Come un carrarmato.
Nigiri Toro. Audace.
Nigiri Kobe. Disarmante.


Limone è il fine pasto di Susy La Marca: gel di yuzu, menta e lime, madeleine all’olio extravergine di oliva, mousse al limone, spuma al cocco, con crumble al cacao e fior di sale.
Pairing perfetto con i Sakè selezionati dal sommelier Giuseppe Bonomo e con i drink del bartender Antonio Onorato.
Oltre gli stereotipi di portare un po’ di Oriente a Nola.
Materia, relax, divulgazione.
Mi sono fidato e son rimasto rapito.
Pairing.
Nissin Shurui Yuzu Hime Sakè
Sake con shochu di orzo e succo di yuzu, bevanda molto amata dagli appassionati della cucina giapponese. Servito on the rocks.
Abigail
Cocktail con acqua di pomodoro, miso, fragola, caramello salato, Vodka e Champagne. In un percorso di abbinamento, gioca il ruolo di apripista: perfetto per l’aperitivo, profumato ed avvolgente. Un sorso ricco di grazia.
Hakutsuru Jumai Daiginjo
Sakè prodotto esclusivamente con selezioni di riso Yamada-Nishiki, con acqua dura della sorgente di Nada (nota come Miyamizu): si tratta di una sorgente che sgorga ai piedi del monte Rokko, posizionata tra le 100 migliori acque del mondo. Il sakè sprigiona sentori fruttati ed una morbidezza che sembra velluto. “Gold Award” nel 2011 e nel 2014. Definito “Il miglior sakè” da Monde Selection – Votazione 96/100. Si accompagna bene a piatti sapidi dal gusto ricco. Servito freddo.
Sinth Mojito
Detto anche Ghost Mojito, è un cocktail con lime e menta ricomposti, gomma arabica e Rum, preparazione molto tecnica, con una netta percezione di freschezza, quasi affilata.
Tokubetsu Junmaishu Jitsuraku Yamadanishiki
Sakè raffinato, ottenuto dal riso grezzo lavorato a mano, con acqua dura della sorgente di Nada. Servito freddo.
Don’t Call me Coffe Cocktail
Gli ingredienti sono Ron, Rhum, caffè, miso, glutammato monosodico e burro di albicocca speziata: coccola finale, in tutta la sua intensa voluttuosità.