Vesuvio.
Precisamente, San Giuseppe Vesuviano.
Periferia della pizza. Dove tanto è stato detto, ma forse c’è ancora tanto da capire.
Una voce forte, costante, coerente. Un cuore ardente come il magma che nasconde il nostro vulcano.
Non uno, anzi, due cuori.
Family affair.
Luigi crea, Marco, il fratello, ammacca e/o inforna.
Lavoro, certo, ma tanta intelligenza creativa. Un territorio preso, abbracciato e raccontato.
Cippitelli non è solo un pizzaiolo. Cuoco, pasticciere e, viva-la-bellezza, teoreta del riuso e della lotta allo spreco. I panetti non venduti Luigi li plasma in pane; portato al raffermo, diventa nuova linfa per antipasti e dolci. Economia circolare.
Ha la faccia smileosa, Luigi, densa di idee luccicanti, che illuminano le sue pizze dall’aplomb moderno con riflessi di tradizione.


Anche il fritto fa la voce grossa. Extra dry, extra iconic. La frittatina qui è Timballo di bucatini con prosciutto cotto, salsiccia di suino e piselli. Una cremosità compita dallo zing saporito che accoglie esigenze universali.


Su richiesta, l’impasto raggiunge diametri generosi. La Caretta (perdoname-madre) vestita di Provola e pepe, un’impennata papillare estratta con tatto dal Regno delle Due Sicilie. L’armonia segreta che ci unisce. Vibrazioni.


Sulla corrente dry, la Brusca Marinara è l’elogio di una Montanara (asciugata al forno) che si sente bruschetta: brunoise di pomodori di Sorrento marinati olio sale e origano, aglio nero fermentato, origano del Monte Saro, alici di Cetara, capperi di Pantelleria, olive nere disidratate. Accorta, vivace, il ricordo che ti lasci addosso tra asciugatura, consistenza e sapori fresh. Il fritto buono, mon amour!


Sapori della terra, toni selvatici. Broccoli come ricami. Furibonda salsiccia rossa di Castelpoto. Gioco di mandorle. Il ruspante giostrato con perizia, un concentrato scoppiettante su un morso di velluto. Broccoli scuppettiati.


Prodi interpreti e la pizza si fa piatto. Spessissimo così.
L’aromaticità della Marinara si concede alle tre consistenze del baccalà. Complessità vanitosa: cotto con burro ed erbe aromatiche, versione cialde croccanti e maionese con capperi. Avvolto dal candore delle pacchetelle del piennolo gialli del Vesuvio. Pioggia di olive nere del Vesuvio. Party di prezzemolo disidratato e buccia di limone grattugiato. Incontri, crunch e strage di umami.


La Fantasia ai formaggi conquista gli ammiratori della materia blue e reggiana e sottolinea una versatilità rigorosa e suadente di un impasto mai sapido, profumoso di beltà.


Finale in chiave di recupero. Alchimia da Pancheesecake: ricotta, fondente, Pellecchiella, crumble di pane pizza (di cui sopra). Giocosità lungimirante.
Resta tutto. Un corridoio di atomi di tenerezza, fiducia e territorio.
Un beato ritrovo di quiete. Basta capirlo…