Iniziare dal dessert. Anzi pizza dessert. Gli inizi, che promesse.
Sì, perché la leggiadria stilistica delle circonferenze salate di Simone De Gregorio de La Bolla è ben nota. Con quel bello che non distrae, mai un errore, una increspatura. Le degustazioni corrono fluide, impettite, cosparse di certezze e meraviglie.
Volevo partire dal dolce, vero. Perché c’è una ragione.


Ma come non spendere subito due parole per una Margherita moderna priva di disordine con tutti i crismi. Sapidità tranquilla (solo del formaggio), acidità dosata, cottura wow. Come una passeggiata sulle nuvole…

Prima, il benvenuto gioca croccante di focaccia con baccalà alla tropeana.
E che dire de Il Capriccio che profuma di buono. Dove tutti gli ingredienti accompagnano il morso e detonano all’unisono. Poetica.




Poi il guizzo irriverente della Si è bruciata. Mai la testa ovviamente! La parmigiana elegante dalla cremosità autentica, densa, dalla levità proustiana. Delicatesse.


L’aromaticità della Provola & pepe che ritorna dal futuro col suo vortice di stracotto di 4 pomodori che esalta l’amore tra la provola e la spezia indonesiana. Occhio diverso ma fine mai. Sapore. Tutta la verità, nient’altro che la verità.


La Marinara che va Oltre ammazza i pregiudizi e racconta di personalità. Libera.
Infine, la Tonnaria sa di estate e annienta la mia insofferenza verso le pizze col tonno. Dosaggio e cipolla caramellata al brandy allungano in freschezza e predispongono al dolce.


Il dolce, certo. Da dove volevo iniziare. Qui è una passione, talvolta un gioco, un menù a parte ricco di proposte. Ruba tanto tempo, pensiero e contemplazione. Ecco la ragione.
Come un dopo cena poetico di piccole luci che si accendono al calar del sole per far festa.

New entry e assaggio in anteprima, Flurry Bolla. Salsa al caramello salato, mousse di formaggio, arachidi pralinati, cioccolato fondente e frutta secca. Un’overdose d’amore. Golosa, profonda. Ricreazione sensoriale dal ricordo della famosa barretta che ridacchia.



Poi vabbè la Croccante & Amarene (spicchio croccante di frutta secca, frolla e cioccolato fondente 70%, mousse di formaggio all’amarena, amarene e muscovado) è vezzo e fermento di piacere, la Tre agrumi e due fondenti (spicchio con ricotta di capra dolce, due cioccolati fondenti e arancia, mandarino, limone) manifesto di liriche distintive, l’Assoluto di mela annurca (spicchio con mela in quattro consistenze) raffina i sentimenti.
Bravo Simone, che ha imparato l’umanità prima ancora della cucina. Un sorriso silenzioso che abbraccia come il suo impasto. Un talento così puro da non aver bisogno di filtri per definire la professionalità della persona in cui dimora.